In realtà, non c'è niente di nuovo nella notizia della polizia israeliana che consiglia di procedere ad una incriminazione formale per corruzione per il primo ministro Netanyahu. Infatti, è la terza volta che ciò accade.
Nella nota diffusa dalla polizia questa domenica, Netanyahu è sospettato di aver preso delle tangenti per aver favorito le attività del magnate Elovitch, proprietario della società di telecomunicazioni Bezeq e del sito web Walla News, uno dei due principali siti di notizie in Israele.
Secondo l'inchiesta, denominata caso 4000, l'ipotesi di reato è che Netanyahu, che dal 2014 al 2017 mentre era primo ministro e ricopriva anche l'incarico di ministro delle comunicazioni, sia intervenuto nei confronti dei legislatori per favorire la società Bezeq in un affare che per Elovitch valeva circa 1 miliardo di shekel.
In cambio, Elovitch, oltretutto amico di lunga data di Netanyahu, avrebbe promosso tramite il sito Walla una campagna mediatica a favore di Netanyahu e di sua moglie Sara, anch'essa indagata nella stessa inchiesta.
A rendere noto l'episodio di corruzione è stato per primo il quotidiano Haaretz in un articolo del novembre 2015 a firma di Gidi Weitz: "The Israeli News Site in Netanyahu's Pocket".
L'accusa formulata dalla polizia nei confronti di Netanyahu è supportata dalla testiminianza di 60 persone. Fino al 2017 il primo ministro e i suoi collaboratori avrebbero contattato quasi quotidianamente il sito di notizie Walla, per promuovere articoli a favore del premier e condannare le critiche nei suoi confronti riportate su altri organi di informazione.
La scadenza naturale per le prossime elezioni politiche in Israele è novembre 2019.