In un comunicato del 24 agosto, il Viminale richiedeva uno sforzo comune da parte di tutte le istituzioni, secondo il principio costituzionale di leale collaborazione, nella a gestione di un fenomeno complesso come quello migratorio, sottolineando di essere da sempre direttamente impegnato per ridurre l'impatto della forte pressione migratoria sulla Sicilia, dovuta ai numerosi sbarchi autonomi legati alla crisi tunisina, rispetto alla quale il governo si è attivato per trovare ogni utile soluzione.

Da luglio - ricordava il Viminale - sono stati trasferiti in altre regioni circa 3.500 migranti sbarcati sulle coste siciliane e ospitati nei centri di accoglienza dell'isola.

Ma per il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, non era abbastanza. Da qui la sua ordinanza che, senza alcun fondamento giuridico, imponeva la chiusura dei centri di accoglienza sull'isola e il divieto di attracco per i cosiddetti barchini con i migranti a bordo.

Il Governo l'ha impugnata davanti al Tar della Sicilia.

Così, l'ex "missino" Musumeci aveva commentato tale scelta da parte del Governo:

"Buongiorno! In queste ore tantissimi intellettuali e giuristi di ogni area mi stanno esprimendo il loro sostegno. E si fa strada sempre più la consapevolezza che il diritto alla salute e la dignità della persona non possono essere negoziabili. I razzisti veri sono quelli che fanno finta di nulla davanti a tragedie, quelli del business dell’immigrazione e dell’accoglienza. Noi abbiamo sempre detto NO ai mercanti di uomini che solo una politica seria può bloccare. Mi conforta, tra tante inutili polemiche, il sentimento di condivisione del popolo siciliano e di tanti da ogni parte d’Italia. La nostra è una battaglia di civiltà. Che non si fermerà".

Poi è arrivata la sentenza del presidente della Terza sezione del Tar di Palermo, Maria Cristina Quiligotti, che ha accolto l'istanza  presentata dal Governo in relazione alla sospensiva dell'ordinanza del presidente della Regione Sicilia, mentre la camera di consiglio per discutere nel merito il ricorso è stata fissata per il prossimo 17 settembre.

E queste sono state le esternazioni di Nello Musumeci a commento della decisione del Tar:

"Quella adottata dal magistrato del TAR di Palermo è una decisione cautelare che non condividiamo e che è stata assunta senza neppure ascoltare la Regione, come può essere concesso a richiesta della parte e come noi abbiamo formalmente chiesto, non avendo potuto depositare le nostre difese. Tuttavia, se in pochi giorni sono stati trasferiti oltre 800 migranti è la dimostrazione che serve denunciare il problema ad alta voce. Sulla nostra competenza in materia sanitaria non faremo un solo passo indietro. Martedì mattina sarà a Lampedusa la nostra task force e nei giorni successivi saranno verificati accuratamente gli oltre 40 centri di accoglienza che sono censiti in Sicilia. È una battaglia di civiltà dalla quale non ci possiamo esimere. Al governo di Roma chiedo ancora una volta di proclamare lo “stato di emergenza su Lampedusa” e di esercitare nei fatti le competenze che rivendica. Altrimenti sono solo chiacchiere e i problemi restano tutti sulle spalle e sulla pelle dei siciliani".

"Provo pena per chi continua a speculare, anche in queste ore, sulla battaglia civile e politica che stiamo conducendo. Guardino il video: è una delle “stanze” dell’HotSpot di Lampedusa. Nessun distanziamento, un vero assembramento di uomini, prima di essere svuotato. Scene come queste dovrebbero fare indignare tutti, anche gli azzeccagarbugli che si dilettano in commenti sul decreto del TAR. Quello che ho fatto lo rifarei altre mille volte. Chi è dalla parte della ragione non deve aver paura di difendere le sue idee".