Il Financial Times ha pubblicato oggi, in prima pagina, un articolo sul Movimento 5 Stelle (http://goo.gl/ve3A8I), intervistando Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e accreditato dagli italiani come leader, con più preferenze rispetto a Renzi. Quello che ha fatto più scalpore non è solo l'articolo in sé, ma la credibilità, che il FT assegna al Movimento 5 Stelle, non più un fenomeno di protesta, ma reale alternativa di governo. È indubbio che certa stampa fa tendenza. Il FT rappresenta la finanza inglese e, di conseguenza, quella occidentale, visto che Londra è la sede o la base di rappresentanza delle banche di mezzo mondo. Pertanto quello di oggi viene visto come un articolo di investitura ed un messaggio a Renzi, se non di ben servito, almeno di avvertimento. È un mistero come Matteo Renzi sia riuscito a diventare segretario del PD e poi presidente del consiglio. Va ricordato però che, non appena eletto sindaco, la versione europea di TIME gli dedicò la copertina indicandolo come il nuovo Kennedy! Uno che fino al giorno prima aveva fatto il presidente della provincia di Firenze! È evidente che appoggi e relazioni non sono del tutto ininfluenti... hanno il loro peso. Quindi, Renzi non può, come direbbe lui, stare sereno dopo lo sdoganamento dei 5 Stelle da parte del mondo della finanza... quella che conta.