«La zona rossa era una decisione del governo, come ha detto il procuratore di Bergamo. Da far rispettare con l'uso di Esercito e Forze dell'ordine. Ci aspettiamo che ora Conte chieda almeno scusa ai parenti e agli amici dei troppi bergamaschi morti».
Questo è quanto l'autonomista Matteo Salvini ha ripetuto anche oggi dai propri account social per giustificare la mancata istituzione della zona rossa nei comuni del bergamasco, Alzano e Nembro.
L'autonomista Matteo Salvini, adesso, non ritiene più necessario che le regioni, come diceva fino a poco tempo fa, debbano avere il diritto di... fare un po' quel che credono, in base a come lui era solito riassumere il concetto di autonomia.
Secondo Salvini, era esclusivo compito del Governo istituire la zona rossa. Purtroppo per Salvini, però, non è così, visto che già adesso il Titolo V prevede ampia autonomia in tal senso per le regioni, come dimostrano le oltre 100 istituite durante l'emergenza senza autorizzazione del Governo.
La procuratrice capo di Bergamo, Maria Cristina Rota, oggi era a Roma dove ha sentito, come testimoni, il premier Giuseppe Conte e i ministri Luciana Lamorgese (Interno) e Roberto Speranza (Salute) in merito alla vicenda della zona rossa non attivata in tempo nel bergamasco.
La testimonianza di Conte è durata circa tre ore, mentre più brevi sono state le testimonianze degli altri due ministri.
Dopo aver raccolto le dichiarazioni dei tre testimoni, la procuratrice Rota ha dovuto affrontare le domande dei cronisti. Non ha detto molto, ma ha precisato quelle che erano state le sue affermazioni, circa due settimane fa, dopo aver sentito sullo stesso argomento il presidente della Lombardia, Fontana, e il suo assessore alla Sanità, Gallera.
Come era logico fin dall'inizio, la Rota ha precisato che la volta scorsa non ha attribuito al Governo la mancata istituzione della zona rossa a Nembro e Alzano Lombardo, ma aveva solo riferito quanto era stato espresso nelle dichiarazioni che aveva finora raccolto.
«Le audizioni [odierne, ha aggiunto la procuratrice di Bergamo] si sono svolte in un clima di massima distensione e di massima collaborazione istituzionale. Ora noi ce ne andiamo, grati delle dichiarazioni che abbiamo avuto, a completare il nostro lavoro».