Ricordate la dichiarazione, definita da Renzi "monicelliana", del ministro della Cultura Alessandro Giuli?
Evidentemente, dalle parti del governo deve aggirarsi un virus che fa sì che i suoi componenti finiscano per fare affermazioni senza senso, come dimostrano quelle odierne della premier Meloni, rilasciate in Parlamento in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre.
Ecco che cosa ha detto la presidente del Consiglio, sempre con il suo solito accento romanesco a supporto delle origini "anderdogghe" che la caratterizzano:
"L'Italia è geograficamente collocata al centro del Mediterraneo e questo ci rende il naturale punto di incontro tra l'Occidente e il Sud del mondo. È uno straordinario vantaggio, se è vero, come è vero, che la posizione geostrategica di una Nazione può essere importante quanto la sua forza economica e finanziaria, soprattutto se si pensa alla nuova centralità che il Mediterraneo è tornato ad acquisire come spazio di interconnessione tra l'Atlantico e l'Indo-Pacifico, attraverso il Golfo Persico e il Canale di Suez. Anche per questo reputiamo importante che nella nuova Commissione europea sia stato introdotto un portafoglio dedicato al Mediterraneo e guardiamo con grande attenzione al futuro patto per il Mediterraneo che - mi auguro - consentirà di sistematizzare il nuovo approccio paritario dell'Unione europea nei confronti del suo vicinato meridionale".
In precedenza, senza mai dimenticare l'aplomb istituzionale che la contraddistingue (Meloni mica è 'na fruttarola a un banco del mercato di Campo de Fiori!), la premier aveva stravolto la realtà della diatriba che lei stessa aveva innescato con la ong Sea-Watch, con queste parole:
"Colgo l'occasione per ringraziare anche il ministro Salvini e soprattutto la Guardia costiera italiana per il suo straordinario lavoro e per esprimere a quegli uomini e a quelle donne la solidarietà del Governo di fronte ai continui attacchi faziosi che subiscono da organizzazioni politicizzate che detestano chiunque lavori per contrastare l'immigrazione illegale di massa.Considero vergognoso che l'organizzazione non governativa Sea-Watch definisca le guardie costiere i veri trafficanti di uomini, volendo delegittimare tutte quelle degli Stati del Nordafrica e magari anche quella italiana, in modo da dare via libera agli scafisti che questa ONG descrive invece come innocenti che si sarebbero ritrovati casualmente a guidare imbarcazioni piene di immigrati illegali. Sono dichiarazioni indegne che gettano la maschera sul ruolo giocato da alcune organizzazioni non governative e sulle responsabilità di chi le finanzia.Diminuiscono gli sbarchi e, cosa più importante, diminuiscono anche i morti e i dispersi in mare. Anche su questo punto la tendenza decrescente si sta consolidando e questo ci rende particolarmente orgogliosi, perché è la dimostrazione di quello che abbiamo sempre sostenuto, ovvero che l'unico modo per impedire altre tragedie in mare è fermare le partenze e combattere i trafficanti senza scrupoli".
In pratica, Meloni ha cercato di dimostrare che le accuse (dovute, come dimostrano i reportage di Nello Scavo, giornalista di Avvenire) alla Guardia costiera libica dovessero comprendere anche quella italiana.
È ovvio che quella di Meloni è una dichiarazione indegna, al pari di quella seguente in cui non sa o fa finta di non sapere che gli scafisti - quelli dell'ormai mitico globo terracqueo - sono nella maggior parte dei casi dei migranti che non hanno soldi per pagare il viaggio, messi davanti ad un timone con un dispositivo che gli indica la rotta da tenere. Se non lo sapeva, le sarebbe stato sufficiente vederlo al cinema (nel film Io Capitano di Matteo Garrone).
Ma la cosa ancor più indegna è relativa alla "diminuzione" dei morti in mare per i quali si dovrebbe ringraziare il suo governo che ha messo in piedi quella vigliaccata contro le navi delle ong fatte attraccare in tutti i porti d'Italia, proprio per impedir loro di salvar vite nel Mediterraneo centrale.
E per non farsi mancar nulla Meloni ha pure esaltato il protocollo Italia - Albania
"per processare in territorio albanese, ma sotto giurisdizione italiana ed europea, le richieste di asilo. Le due strutture previste dal Protocollo, il centro di Shëngjin e quello di Gjadër, sono ora pronte e operative. Ci siamo presi del tempo in più perché tutto fosse fatto nel migliore dei modi, ma siamo molto soddisfatti dei risultati di questo lavoro. Voglio anche qui ringraziare in particolare i ministri Crosetto, Piantedosi e Nordio, il sottosegretario Mantovano e la nostra Ambasciata in Albania che hanno seguito passo passo l'attuazione del Protocollo".
A cosa sta servendo il protocollo Italia - Albania? A far sì che deel migliaio di migranti arrivati a Lampedusa nelle ultime ore, ne siano stati presi sedici (16 di numero!) e spediti in Albania con una nave militare perché vengano identificati per poi, nel caso ne abbiano diritto, essere riportati in Italia. Un'operazione che alla fine costerà un centinaio di migliaia di euro - se non di più -, che avrebbe potuto essere svolta in Italia a costi irrisori.
Inutile aggiungere altro. È il virus che circola...