Quando iniziai a collezionare i graffiti su carta staccandoli dai muri della strada, non sapevo niente di street art, credevo fossero semplici disegni di ragazzi che si divertivano. Una giornalista de “il Mattino” venuta a conoscenza del fatto, pubblicò un articolo su cinque colonne intitolato ‘il Cacciatore di Graffiti’.
Nell’articolo tra le immagini sul giornale c’era anche una foto dove io avevo tra le mani un lavoro dell’artista Iabo che avendola visto colse l’occasione e mi telefonò per propormi una performance che ebbe un grande successo. Voleva realizzare un video risposta ironica degli street artist in cui mi avrebbe catturato e imprigionato. Io accettai e insieme lo realizzammo.
Era intitolato: ‘Iabo cattura il Cacciatore di Graffiti’. Fu così che lo conobbi e inizio tra noi una straordinaria collaborazione artistica che è durata per molti anni. Uno dei tanti lavori insieme è stato anche ‘Madre Snaturata’: performance contro il Museo Madre di cui parlerò prossimamente.
Tra me e Iabo è nata anche una forte amicizia e spesso ci incontriamo per scambiarci opinioni, consigli e discutere delle nostre idee. Un ragazzo in gamba, molto professionale nel suo lavoro. Insomma uno dei pochi artisti che non lascia niente al caso, proprio come me che cerco sempre di programmare nei minimi particolari ogni progetto. Le sue idee quasi sempre coincidono con le mie e abbiamo molte affinità soprattutto per quanto riguarda il mondo dell’arte.
Spesso mentre é all’opera vado a fotografarlo e tra una mangiata e una chiacchiera passo un po di tempo con lui. Questo ritratto che pubblico é stato realizzato mentre Iabo dipingeva nel suo studio alcuni grandi quadri ironici su Hitler che poi espose all’Auditorium Parco della Musica di Roma, nell’ambito della mostra “Scala Mercalli il terremoto della street art Italiana” a cura di Gianluca Marziani.
Il click fu assolutamente casuale e inaspettato. Mentre scattavo mi accorsi che dalla finestra la luce proiettava il suo profilo sul dipinto creando un netto doppione ed io prontamente scattai. Il ritratto originale è a colori e anche molto bello, ma io ho sempre preferito proporlo in bianco e nero per evidenziare ed esaltare maggiormente la contrapposizione dei soggetti; chi guarda concentra e rimanda subito lo sguardo dal soggetto all’ombra, senza farsi catturare e distrarre da un’eventuale cromatismo.
Anche Iabo mi ha dedicato alcuni ritratti bellissimi e qui pubblico l’ultimo realizzato l’anno scorso.
Augusto De Luca