La realizzazione delle opere pubbliche in Italia segue spesso logiche difficili da comprendere. Ammesso che siano logiche.
Innumerevoli esempi di opere pubbliche mai iniziate, mai terminate o realizzate male.
A titolo d’esempio è possibile citare la strada regionale SR630 nel Lazio.
Progettata nel 1959 e terminata nel 1972 doveva collegare Cassino a Formia. Un collegamento strategico per unire la costa all’autostrada del sole e per permettere la logistica necessaria allo stabilimento Fiat di Piedimonte San Germano.
Ottima idea ma la SR630 nasce già vecchia. Nel 1972 il traffico non è nemmeno paragonabile a quello del 1959.
Gli incidenti stradali hanno sempre funestato la SR630. A certificare che qualcosa non va, è uno studio del 2016 dell’Università “La Sapienza”. Studio commissionato dall’Astral.
Studio che evidenzia una pericolosa anomalia. La SR630 ha un numero di incidenti più basso della media regionale ma una media di morti più alta.
Vengono individuati anche i tratti più pericolosi della SR630. Con il più alto numero di vittime.
Qualche anno prima, nel 2007, Astral decide di effettuare lavori per migliorare la sicurezza della SR630.
Una corposa lista di interventi per un totale di 4.000.000 di euro.
L’iter dei lavori è travagliato e le opere realizzate sono solo tre.
Il costo finale dell’opera è di 2.519.260 di euro.
Perché un taglio così netto delle opere da realizzare? Considerazioni tecniche? Mancanza di fondi? Dovrebbero essere le autorità competenti a porsi queste domande.
In uno dei tratti più pericolosi della SR630, tra il km 10 e il km 12, era prevista l’installazione di spartitraffico che avrebbero evitato manovre di sorpasso ed inversione di marcia non consentite.
Installazione mai avvenuta per l’intervento della locale amministrazione .
Può la politica modificare così radicalmente dei progetti finalizzati a garantire la sicurezza collettiva? Esistono criteri di sicurezza che non possono essere ignorati? Gli interessi di particolari categorie possono condizionare il pubblico interesse?
Poche settimane fa l’ennesima vittima tra il km 10 e il km 12 della SR630. La presenza delle barriere spartitraffico poteva e può evitare incidenti? Una domanda lecita, per evitare tragedie future. Una domanda che non può rimanere senza risposta.