Nel primo giorno della sua nuova presidenza, Donald Trump ha proclamato l'immigrazione illegale un'emergenza nazionale, segnando l'inizio di una politica di controllo delle frontiere senza precedenti. L'annuncio includeva un ordine esecutivo per mobilitare l'esercito e adottare misure drastiche per arginare l'immigrazione, come il divieto di asilo e restrizioni alla cittadinanza per i bambini nati su suolo americano (quest'ultima ha già sollevato dubbi da parte di un giudice federale).
Venerdì, aerei militari C-17 dell'esercito statunitense hanno iniziato ad effettuare i primi voli di espulsione, anzi di deportazione: due aerei con a bordo ciascuno circa 80 migranti hanno lasciato gli Stati Uniti per il Guatemala.
La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha confermato che "sono iniziati i voli di deportazione" con un post su X.
The Trump Administration also deported hundreds of illegal immigrant criminals via military aircraft.
— Karoline Leavitt (@PressSec) January 24, 2025
The largest massive deportation operation in history is well underway.
Promises made. Promises kept.
Il Pentagono, su ordine presidenziale, sta inoltre preparando l'invio di ulteriori truppe al confine con il Messico. Questo include l'82ª divisione aviotrasportata, noto per essere un reparto di élite solitamente impiegato in zone di conflitto internazionale. La presenza di queste truppe al confine sud segnala un cambiamento drastico nell'uso delle risorse militari statunitensi.
Secondo fonti ufficiali, l'amministrazione Trump starebbe pianificando l'invio di ulteriori 1.500 soldati in servizio attivo al confine con il Messico, con un secondo invio di truppe pronto già dalla prossima settimana. Secondo fonti dell'amministrazione, il numero totale di soldati potrebbe arrivare fino a 10.000, se necessario.
Le truppe dell'82ª divisione aviotrasportata sono uno dei reparti militari più rapidi e versatili degli Stati Uniti, pronte a intervenire in situazioni di crisi in ogni angolo del mondo. La loro presenza in un'area tradizionalmente di competenza delle forze di polizia e della guardia di frontiera diventa parte di una strategia più ampia per ottenere il "controllo operativo completo del confine meridionale degli Stati Uniti", come dichiarato nell'ordine esecutivo del 20 gennaio.
La mobilitazione delle truppe e l'utilizzo di risorse militari per affrontare l'immigrazione hanno già sollevato polemiche. Critici dell'amministrazione Trump ritengono che queste misure potrebbero portare a tensioni diplomatiche con i paesi confinanti e rappresentano un allontanamento dagli approcci tradizionali nella gestione dei flussi migratori.
Contemporaneamente sono scattati veri e propri raid degli agenti federali dell'Immigration and Customs Enforcement (Ice) a Chicago, Boston e in altre città americane, in special modo nel New Jersey. Secondo quanto dichiarato dall'amministrazione Trump anche scuole, chiese e ospedali non saranno esenti dai raid degli agenti dell'Ice.
— U.S. Immigration and Customs Enforcement (ICE) (@ICEgov) January 24, 2025
Le deportazioni di massa e il ricorso a risorse militari per affrontare la migrazione sollevano interrogativi sulla tutela dei diritti fondamentali delle persone. I migranti spesso fuggono da situazioni di violenza, povertà o persecuzioni; trattarli come una minaccia nazionale è una violazione del principio della dignità umana. Inoltre, il divieto di asilo contrasta con il diritto internazionale, che obbliga gli stati a fornire protezione a chi cerca rifugio.
L'impiego dell'esercito, specialmente di divisioni d'élite come l'82ª aviotrasportata, è di fatto una militarizzazione della politica migratoria, con l'unico scopo di voler convincere l'opinione pubblica che l'immigrazione sia un problema di sicurezza nazionale.
Gli Stati Uniti di Trump sono di fatto divenuti una "democratura" in cui si amplieranno le tensioni sociali, che alimenteranno xenofobia e divisioni culturali. Inoltre, le deportazioni finiranno per deteriorare i rapporti con i paesi di origine dei migranti.
Che Trump sia in grado di comprendere le implicazioni di ciò che sta facendo è difficile crederlo. Per lui questo è solo un mezzo semplice e immediato per affermare la sua popolarità sull'opinione pubblica... quella che è abituata prima a sparare e poi a chiedere chiarimenti. Il vero guaio è che lui, al di là che ne sia consapevole o meno, è lo strumento di una "spectre" nazifascista che, grazie alla regia di Elon Musk (nel 2016 la regia era di Steve Bannon), oltre ad essersi affermata negli Stati Uniti adesso vuole imporsi anche in tutta Europa.
Non c'è di che aver paura... c'è di che esserne terrorizzati.