Regolarizzare i migranti irregolari sarebbe una soluzione intelligente per diminuire il numero delle persone che si trovano in Italia senza permesso di soggiorno e sopravvivono tra degrado, lavoro nero e piccola criminalità. Dopo l'emergenza Covid, le loro condizioni di vita sono ulteriormente peggiorate perché il lavoro nei campi, a causa delle misure di contenimento, non possono più svolgerlo. Ma adesso, per i coltivatori si presenta il problema di chi dovrebbe occuparsi del raccolto. 

La ministra dell'Agricoltura, Teresa Bellanova, ha proposto una soluzione che potesse salvare capra e cavoli, regolarizzando, per l'appunto, una parte dei migranti che al momento sono senza permesso, consentendo loro di riprendere - stavolta in modo regolare - il lavoro nei campi.

Ma per i 5 Stelle, almeno per la corrente di stampo sovranista che si rifà a Di Maio, questa soluzione è indigeribile e la riassume in questi termini il capo politico pro-tempore, Vito Crimi: «La soluzione [al lavoro nero, ndr] non è la regolarizzazione degli immigrati irregolari, non è giusto regolarizzarli. Altra cosa è la possibilità di partire con la regolarizzazione se hai il contratto di lavoro, ma non rinnoviamo a tutti il permesso di soggiorno per sei mesi».

La ministra Bellanova ha anche cercato di includere non solo i migranti nel suo progetto di regolarizzazione, come da lei ricordato in una intervista all'Huffington Post: «Non ci sto ad alimentare conflitti insidiosi tra i lavoratori migranti e i nostri concittadini. Agli italiani non è ovviamente impedito di lavorare in agricoltura.

Invece di agire sul versante delle politiche attive del lavoro, si è scelta la strada del reddito di cittadinanza su cui, come si sa, io ho molti dubbi. Eppure, nonostante questo ho detto: costruiamo una norma che consenta la cumulabilità del sussidio, perché le persone che vogliono lavorare in campagna non debbano rinunciare ad avere una parte del reddito di cittadinanza.

L'ho fatto perché sono convinta che l'agricoltura e l'agroalimentare sono due settori strategici per il nostro Paese, e per tenere in conto le richieste che arrivano da un nostro alleato di governo.

Non mi interessano gli scontri ideologici e invito tutti a non alimentarli. Questa è una questione di civiltà e giustizia sociale. Affrontiamola come esige e come merita».

Al momento, però, non sembra che ci siano soluzioni in vista, anche se sul tema è intervenuto il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, che si è detto favorevole ad una regolarizzazione dei migranti, in un'intervista a La Stampa: «I numeri parlano chiaro: il contributo degli immigrati regolari non è irrilevante per i conti dell'Inps. Si tratta tuttavia di scelte che spettano alla politica».


Adesso la politica deve però fare la sua parte. Ma come? Nicola Zingaretti, segretario del Pd, a Sky ha ricordato che «il governo deve governare nella ricerca continua del dialogo con le opposizioni. Se non ce la, fa vedo difficile in questo Parlamento riproporre una maggioranza diversa». 

Ma non sembra però che alcuni politici lo abbiano "ancora" capito.

L'ultimo aggiornamento sul tema (fonte Ansa) prevede una proroga di 3 mesi del permesso di soggiorno per i braccianti cui è scaduto il contratto come lavoratori stagionali.  La misura riguarderebbe il settore agricolo ed anche il lavoro domestico.