Sempre più drammatici i dati del contagio da Covid che nelle ultime 24 ore ha superato la soglia dei 20mila nuovi contagiati: sono stati infatti 21.273 i nuovi casi a fronte di 161.880 tamponi effettuati, circa 16 mila in meno di ieri. Il totale dei contagiati è adesso arrivato a 525.782.

Tra le regioni con il maggior numero di casi la Lombardia ne ha registrati 5.762 con 35.285 tamponi effettuati, seguita da Campania (2.590), Piemonte (2.287), Toscana (1.863),  Lazio (1541) e Veneto (1.468). Bisogna anche considerare che ad esempio la Sicilia, che ha la metà degli abitanti della Lombardia ha registrato 695 nuovi contagiati con soli 5.193 tamponi effettuati nelle ultime 24 ore. 

Il numero totale degli attualmente positivi è di 222.241 (ieri erano 203.182). Tra i positivi, 1.208 (ieri erano 1.128) sono in cura presso le terapie intensive, 12.006 (ieri 11.287) sono ricoverati con sintomi e 209.027 (ieri erano 190.767) sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.

Il numero complessivo di dimessi e guariti sale a 266.203 dai 264.117 di ieri. Oggi sono 128 i nuovi morti, con il totale che sale a 37.338.


Per capire la gravità della situazione, lo dimostra un articolo di sabato pubblicato su Repubblica, in cui il direttore del Pronto soccorso del policlinico Gemelli, Francesco Franceschi, al giornalista che lo ha intervistato ha dichiarato:

«Abbiamo 60 posti in pronto soccorso, di cui 30 riservati ai malati di coronavirus. Ieri a inizio giornata c’erano 41 positivi in attesa di ricovero, e fino alle 17 ne sono arrivati altri 40 su un totale di 54 pazienti trasportati in ambulanza. Quando superiamo gli 80 utenti andiamo in sofferenza. Gli spazi e il personale non sono infiniti».

Nel frattempo, per evitare contagi, i pazienti "sospetti" vengono fatti attendere nelle autoambulanze in sosta davanti al pronto soccorso, finché il personale dell'accettazione non ha terminato le procedure di ricovero degli altri pazienti Covid arrivati in precedenza. Un'atetsa che in alcuni casi può durare ore.

E c'è chi continua a dire che la situazione attuale non è altrettanto grave come quella che l'Italia ha vissuto a marzo.