La Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo ha fatto propria l'iniziativa di un suo membro, l'olandese Judith Sargentini, che poneva l'allarme sul possibile rischio che da parte dell'Ungheria fossero violati i valori su cui è fondata l'Unione: rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello stato di diritto e dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze.

In passato l'Ungheria è stata invitata a correggere alcune delle proprie norme... ma non lo ha fatto o, perlomeno, non nella maniera che prevedevano le raccomandazioni indicate dall'Europa.

Così, nel pomeriggio odierno, il premier Orban si è dovuto presentare a Strasburgo per spiegare la sua posizione e giustificare il proprio operato e quello del suo Governo.

Che cosa ha detto Orban?

"L’Ungheria non cederà a questo ricatto, l’Ungheria proteggerà i suoi confini, fermerà l’immigrazione illegale e se necessario si ribellerà", tra gli applausi applaudito dei parlamentari di estrema destra.

"Ho accettato compromessi sul sistema giudiziario e elettorale, ma questa relazione vuole buttare alle ortiche accordi conclusi da anni. State dando un colpo grave al dialogo costruttivo."

"L’Ungheria sarà condannata perché il popolo ungherese ha deciso che questo Paese non diventerà un Paese di immigrati. Qualsiasi decisione prenderete, l’Ungheria non cederà a questo ricatto. L’Ungheria proteggerà i propri confini, porrà fine ai flussi illegali di migranti e difenderà i propri diritti."

"Non accetteremo che le forze pro-migrazione ci ricattino, non cederemo al ricatto, difenderemo le frontiere e fermeremo la migrazione clandestina. Anche contro di voi se è necessario. Siamo noi a difendere le nostre frontiere e solo noi possiamo decidere. Vi dico che non accetto questa relazione e che le forze pro-immigrazione ci facciano dei ricatti sulla base di calunnie."

Il Parlamento sarà chiamato mercoledì a decidere se in Ungheria vi sia o mano un chiaro rischio di grave violazione dei valori di cui all'articolo 2 del trattato dell'Unione, giustificando così il varo dell'articolo 7, cui sono collegate una serie di sanzioni finché nel Paese non venga ripristinato lo Stato di diritto.

Il voto è previsto mercoledì tra le 12:30 e le 14:30.


Naturalmente non poteva mancare la dichiarazione del suo sostenitore italiano, il ministro dell'Interno Salvini che il voto del gruppo a cui appartiene la Lega all'Ungheria nel parlamento europeo sarà pro Ungheria: "Non si processano i popoli e i governi liberamente eletti, soprattutto se vogliono controllare un'immigrazione fuori controllo".

 

E l'appoggio ad Orban non poteva mancare neppure da Giorgia Meloni che lo aveva anche arruolato come inconsapevole supporter di Fratelli d'Italia, andandogli a far visita pochi giorni prima del voto del 4 marzo.