Chiariamo alcuni fatti sul caso di Ilaria Salis. Da metà febbraio, il padre di Ilaria Salis, Roberto Salis, ha fatto il giro dei media europei dicendo di essere "preoccupato" per la sicurezza di sua figlia finché sarà in Ungheria. Per questo motivo hanno [sic] chiesto gli arresti domiciliari in Italia, riguardo al quale il ministro degli Esteri Szijjártó ha detto che "sarà deciso dal tribunale, che è un organismo indipendente". Giovedì scorso il tribunale di Budapest ha respinto la richiesta di Salis di arresti domiciliari, affermando che c'era il rischio che fuggisse o si nascondesse. Per lei la Procura chiede ora una condanna a 11 anni.  Perché?  Perché c'è il fondato sospetto che Ilaria Salis si sia recata in Ungheria con i suoi due soci #antifa con l'obiettivo di picchiare persone innocenti per le strade di Budapest. Nel frattempo, i media italiani hanno fatto del loro meglio per dipingere Salis come una martire.  "È sorprendente che dall'Italia si cerchi di interferire in un caso giudiziario ungherese", ha detto circa un mese fa Szijjártó. Sottolineando la natura premeditata dell'atto, ha affermato che "non si è trattato di un crimine commesso per capriccio, ma di un atto ben ponderato e pianificato. Hanno quasi ucciso delle persone in Ungheria, e ora lei è dipinta come una martire".  Dobbiamo chiarire che nessuno, nessun gruppo di estrema sinistra, dovrebbe vedere l’Ungheria come una sorta di ring di pugilato dove venire e pianificare di picchiare qualcuno a morte. E no, nessuna richiesta diretta da parte del governo italiano (o di qualsiasi altro importante mezzo di informazione) al governo ungherese renderà più semplice difendere la causa di Salis, perché il governo, come in qualsiasi altra democrazia moderna, non ha alcun controllo sui tribunali.

Questa la tragicomica dichiarazione social, rilasciata oggi dal camerata Zoltan Kovacs, portavoce per gli Esteri del governo Orban. Al di là delle prove che "inchiodino" Salis all'aggressione per cui è accusata di cui nessuno ha finora potuto prendere visione, il "quasi omicidio" descritto dal nazifascista ungherese (appellativo dovuto visto che il governo di cui fa parte incoraggia e permette manifestazione di nostalgici di Hitler che in Germania prevedrebbero l'arresto immediato) è un'aggressione le cui ferite sono state giudicate guaribili in meno di una settimana.

Inoltre, il presunto stato democratico di cui parla, che non avrebbe controllo sui tribunali, è sotto scacco in Europa proprio per aver licenziato norme che permettono al governo di controllare le nomine dei giudici e, di conseguenza, le loro decisioni.

La vera questione è: come diavolo può, una simile nazione, far parte dell'Ue? Una domanda che tra non molto, sicuramente, dovrà essere posta per altre nazioni, Italia in primis.

Alle agenzie Roberto Salis, il padre di Ilaria, ha commentato così la dichiarazione del rappresentante del governo ungherese:
 
"Fiducioso per la prossima udienza? No, perché mi pare che anche oggi il portavoce di Orban abbia avuto una posizione abbastanza netta e dura e quindi, da quel punto di vista, sia quasi impossibile".