È ormai chiaro e soprattutto preoccupante, almeno per coloro che avevano saltato il fosso approdando nel gruppo di Italia Viva pensando di ottenere la visibilità che nel Pd non gli era stata riconosciuta, che Matteo Renzi sia affetto da delirio di onnipotenza.
È sufficiente leggere la sua ultima "enews", in cui "il senatore fiorentino chiarisce a suo "modo" le sue ultime "peripezie.
Così il viaggio in Pakistan per andare a sciare sull'Himalaya in elicottero diventa una parentesi dell'impegno che Renzi aveva assunto di incontrare "il Presidente della Repubblica, il Primo Ministro, il Capo dell'Esercito a Islamabad assieme all'ex premier spagnolo José María Aznar", perché, ha detto, "un politico degno di questo nome ha anche relazioni internazionali. Se ad altri non capita non so che farci".
Naturalmente, già che si trovava lì, con alcuni amici - come se fosse a Le Cure - si è detto "perché non andare a sciare a 4.000 metri, in luoghi bellissimi? Posso fare due giorni sugli sci o devo chiedere il permesso al Tribunale dell'antirenzismo? Peraltro, sono stati due giorni utili perché, mentre io ero all'estero, gli altri hanno fatto le loro verifiche e hanno capito che non ci sono i dieci Scilipoti che cercavano dentro Italia Viva. È stato bello per me, utile per loro".
Renzi è fantastico. Se non ci fosse andrebbe inventato. Dove si trova un tizio del genere che è capace di rivoltare la frittata, giustificare l'ingiustificabile, auto assolversi e auto incensarsi?
Naturalmente, poi, Renzi ha parlato della questione prescrizione... ripetendo la stessa storia che oramai è diventata trita e ritrita e pertanto noiosa anche da riportare.
E nell'attività di "rivoltamento" della frittata in cui è uno dei massimi esperti, il proprietario di Italia Viva si è esibito poi anche nel ruolo di capo dello Stato, delineando possibili futuri scenari politici, escludendo elezioni, ipotizzando un Conte ter, dicendosi "vittima dell'arroganza degli altri (!!!) partiti" della maggioranza che hanno l'ardire, nonostante ne abbiano anche i numeri, di non accettare i suoi diktat.
Il massimo della comicità - perché uno come lui finisce immancabilmente per diventare grottescamente prigioniero del suo stesso personaggio - Renzi lo ha raggiunto quando ha parlato del Pd:
"... è il PD che attacca me accusandomi di tutto. La verità è che il PD ha scelto di votare per mantenere la Legge Bonafede anziché ritornare alla Legge Orlando. E in quel passaggio ha perso la sua patente di garantista, la sua anima di riformismo. Tutto il resto – le dichiarazioni contro di noi di persone che senza di noi non sarebbero politicamente esistite – appartiene alla categoria “lotta nel fango”. Che non mi piace e non mi riguarda. Io dico solo che il PD che tra noi e i Cinque Stelle si schiera coi grillini fa stringere il cuore a tanti che ci avevano creduto. Lo capite adesso perché abbiamo fatto creato Italia Viva? Non potevamo finire giustizialisti".
Non si sa se ridere di più del plurale maiestatis usato da Renzi o del fatto che lui si preoccupi delle sorti del Pd dopo averlo usato per auto promuoversi, fino a portarlo al di sotto del 20% nelle ultime politiche, averlo costretto all'alleanza con i 5 Stelle e poi averlo abbandonato a se stesso per fondare Italia Viva.
Se Renzi come politico ha dimostrato mille lacune, come comico, invece, è quasi inarrivabile. Forse è l'ora che si dedichi esclusivamente a ciò che sa fare meglio.