Mauritius è una sola...

La Turchia: primo passaggio verso l’oriente, non dovrebbe traumatizzare il turista mediamente addomesticato. Qualcuno ricorda loro il film “Fuga di mezzanotte”: attenzione, quelli non scherzano. Roberto e Genna se la ridono.

All’arrivo su un aereo Turkish di recentissima fabbricazione, il primo assistente locale gli fa sapere che gli piace solo l'Italia del nord. Daje. Instanbul è strepitosa. Caotica, disordinata, vi si respira un’aria mediorientale: profumi di spezie, urla di mercanti, la luce sul Bosforo… il mezzogiorno li sorprende al Gran Bazar, mentre si diffonde dall’altoparlante la voce del muezzin. Fin qui è andato tutto bene.

I due mercanteggiano debitamente sugli acquisti con astuti negozianti, che li fregano regolarmente, parlando pure un ottimo italiano. Prudentemente si sono presi una guida tutta per loro, un simpatico giovanotto che si fa chiamare Gigi ( “ il mio vero nome sarebbe troppo difficile per voi “). Gigi è un classico maschio turco e con Genna si beccano: lui ridacchia per il protofemminismo di lei. L'uomo deve comandare.

Hanno scelto un hotel stratosferico (almeno per loro), il Marmara, posto su un’altura che domina la città. I compunti camerieri, appena meno spocchiosi di quelli italo- londinesi, ammanniscono vivande sontuosamente predisposte, almeno ai loro popolari occhi.Vengono deposti eleganti, argentei piatti di portata e le specialità vengono nominate in francese. Presto è chiaro che sono italiani: il tono dei camerieri cambia e ai due riprende una lieve paresi, soprattutto al momento di scegliere posate e calici.

I turchi spogliano le donne con gli occhi, ma tranquilli, Genna è già troppo vecchia per un harem: decidono di recarsi senza scorta alla Grande Moschea. Occorre levarsi le scarpe, ma Roberto recalcitra; tuona che lui non se le toglierà di certo e la visita, per quanto lo riguarda, può saltare. Una vocina alle loro spalle ammonisce: “ Non siamo a Napoli, qui” ( aridaje!)

Un furetto di ragazzino, in buona compagnia, si è permesso di riprenderli! Roberto è basito, farfuglia: “ Com’è che parli italiano così bene?” Alla fine si ritrovano con una guida supplente, cui corrispondere onorario. Si parte per qualche giorno di mare.

Intanto il tempo peggiora e il volo interno per Antalya sarà sotto un temporale: eccoli alla pista, a piedi, sotto la pioggia, senza ombrello, bagagli al seguito. Ai piedi della scaletta ( la scalettina di un areoplanino, stile ultimo volo di Buddy Holly), vengono energicamente invitati dalla hostess e da un tale a lasciare le valige sotto l’acqua: fanno intendere che ci penseranno loro. Quasi li catapultano in carlinga.

Arrivo ad Antalya, in Anatolia: un tapis roulant lillipuziano scarica in un attimo pochi bagagli, tra i quali i loro brillano per l’assenza. Esplosione di Genna con l’ assistente, che attende per consegnare le solite proposte di escursioni: la ragazza provvede e per sera le valige rispuntano. È tardi, la cucina è chiusa, ma la cameriera soccorrevole rimedia un piatto freddo, e chiede se sono bulgari. Italiani? Racconta della sua passione per Toto Cotugno. Il sole c'è, la cucina è buona. Ma...

L'albergo è una costruzione recentissima, ci sono ancora i muratori con la cazzuola in mano.Il contesto ricorda qualche località della Franconia: solo tedeschi, tedeschi, tedeschi. Il complesso è isolatissimo. Non c’è nulla da fare la sera e le località adatte ad escursioni sono molto lontane. Appena fuori c’è una piccolissima moschea e questo è tutto: incastrati. Dunque uno guarderebbe anche la televisione ma l’hotel, benché sia un quattro stelle, non ha la tv in camera ( ci vuol pazienza, è ancora odoroso di cemento).

Gita a Manavgat, paesino dell’interno: l' atmosfera vacanziera e spregiudicata di Instanbul scompare.Donne in chador e sguardi poco amichevoli alle turiste. In più, i camerieri sfottono. Peggio va in un ristorantino sulla spiaggia, il giorno dopo: il cameriere li tormenta per tutto il pranzo, dando loro dei mafiosi papisti. Meglio non pensare al contenuto dei piatti, ma non si può fuggire e, di più, il conto è salatissimo. Si tenta la passeggiata sullo spiaggione: cani randagi a gogò e fughe strategiche.

Quasi prigionieri del complesso turistico, tentano un’escursione al capoluogo, Antalya, utilizzando mezzi locali. L'atmosfera ritorna più "occidentale", ma c'è maltempo, è domenica, in città sono aperti pochi esercizi, che servono un solo piatto. Inglese arrembato.

Please, may you give me the list?”

Sorry lady, there is not the list, we have kebab”

And anything else after?”

Sorry, only kebab”

Il cameriere, una specie di sosia di John Belushi, sorride bieco e loro, un po’ depressi, addentano un freddo kebab.

Sul bus tutti i baffuti passeggeri (non c’è una donna, a parte Genna) fumano incessantemente a finestrini chiusi. Basta con il trasporto pubblico, anzi, stop alle gite... per ora.

Continua...