Londra 1987, nostalgia dei Beatles...
Ottima scelta, li rassicurano alla solita agenzia. Si parte di sera: sono dieci ore di volo lungo l’Africa Orientale. Il viaggio è costato poco, perché laggiù è inverno. E’ appena terminata la prima guerra del Golfo, ma la cosa non li preoccupa. Invece dovrebbe. Appena fuori dall’albergone a bungalows “La Pirogue”, dove si parlano mille lingue (tranne l’italiano), gli sguardi sono ostili. Qualcuno sputa al loro passaggio; se Genna prende il sole in bikini in una caletta libera, dardeggiano gli sguardi biechi dei locali.
Mario, un mauriziano francofono, vende loro una sfilza di oggetti nella spiaggia dell’hotel: arriva un ambulante ogni trenta secondi e se non si compra, sono guai. Etnie indiane, cinesi e africane: con ognuna bisogna cambiare atteggiamento. Coglie un po’ di disorientamento, è l'alba degli anni novanta, l'italiano non è ancora abituato.
La clientela è composta prevalentemente da sudafricani (rigorosamente bianchi), francesi ed i soliti italiani in viaggio di nozze. L'atmosfera è festosa, se ci vai da single: turiste in cerca del macho locale, possibilmente coloured, da pescarsi tra gli animatori; notti scatenate al suono del sega, il ballo del momento; scuola di equitazione e sci d'acqua. Il vitto è eccellente. Si susseguono serate a tema, con giovani camerieri in costume che li sommergono di portate: i due ingrassano.
Un bel giro in canoa si risolve, com’ era prevedibile, con l’accappottamento, dopo stilizzati colpi di remi alla Fantozzi e Filini: l’ostinato marito non ha voluto indossare le scarpine apposite e si riempie i piedi di spine di riccio. La sera fanno visita le zanzare; Roberto tormenta tutti con le sue lamentele e pretende gli zampironi.
L’abbronzatura ha tonalità originali, ma bisogna sbrigarsi, la mattina: vuoi che siamo nell’emisfero australe, vuoi perché è inverno, alle quattro del pomeriggio il sole se ne va improvvisamente. Ecco gli inconvenienti della bassa stagione.L’assistente italiana non li ha abbandonati, come pare abbiano fatto altre ; è molto giovane, carina e dolce, con occhioni azzurri. Però, siccome ha un fidanzato locale - tipo indiano - di nome Sattar, che se la abbraccia e sbaciucchia in continuazione, parlarle è difficoltoso. Roberto, roso dall'invidia, depreca i fidanzamenti provvisori tra le nostre connazionali in trasferta e i gaglioffi del posto.
I francesi occupano tutto, con o senza autorizzazione. Durante un’escursione ecco Pierre, la guida, intrigante personaggio poliglotta dai tratti indiani. Fornisce, senza molto entusiasmo, notizie storiche di dubbia veridicità : insomma, argomenta la pignola Genna, ogni fesseria che viene propinata va presa per buona? Roberto la prega di tacere.
Anche questa avventura giunge al suo termine, tra sfiorati incidenti stradali (ah, la circolazione all’inglese!) e mute di cani pronti ad azzannare per ogni dove.