Spesso, ci ritroviamo a pronunciare degli ooohhh, anche sgranando gli occhi fino a farli somigliare a due uova al tegamino, per commentare gli incredibili fatturati di alcune delle multinazionali più note al mondo, che a loro volta supportano le ancor più incredibili ricchezze dei loro maggiori azionisti.

Ma quanto pagano di tasse quei macinatori di utili, quelle divinità oggetto di culto dei liberisti di tutto il mondo? Da poco a nulla.

Lo ha rivelato un'inchiesta di ProPublica, una fonte di notizie americana, la cui sede è a Manhattan, che opera senza fini di lucro e che fa giornalismo investigativo.

In base a quanto afferma ProPublica in seguito alla presa visione diretta delle dichiarazioni dei redditi, Jeff Bezos, fondatore e maggiore azionista di Amazon, non avrebbe pagato niente, a seguito della sua dichiarazione dei redditi, nel 2007 e nel 2011, mentre Elon Musk, fondatore  di Tesla, non avrebbe pagato nulla nel 2018.

Secondo ProPublica, i 25 americani più ricchi pagano in media il 15,8% sul loro reddito, una percentuale nettamente inferiore rispetto a quella pagata dagli americani "normali" e, in base ai dati raccolti dalla rivista Forbes,  la loro ricchezza è aumentata complessivamente di 401 miliardi di dollari dal 2014 al 2018, mentre in quel periodo hanno pagato solo13,6 miliardi di tasse.

Tutto ciò avviene, quasi inutile dirlo, legalmente, tramite un sistema di detrazioni che, oltretutto, sfrutta prestiti che i ricchi chiedono (e ottengono) solo per finanziare il loro stile di vita.

La ricchezza che si basa attraverso il possesso di azioni non viene tassata perché non è considerata un  reddito. Tale ricchezza, però, consente ai ricconi di ottenere un prestito da una banca ad un tasso di interesse relativamente basso. Questo permette loro di finanziare il loro stile di vita e utilizzare la spesa per gli interessi come detrazione sul reddito.

Un portavoce della Casa Bianca ha però definito la fuga di notizie "illegale" e l'FBI e le autorità fiscali stanno indagando per verificarne metodi e responsabilità.

Nel frattempo, ProPublica ha dichiarato che sta analizzando quello che ha definito un vasto archivio di dati dell'Internal Revenue Service (l'agenzia governativa Usa deputata alla riscossione dei tributi) relativo alle dichiarazioni dei redditi  dei miliardari americani  e che rilascerà ulteriori informazioni al riguardo nelle prossime settimane.

L'attuale presidente Biden, in campagna elettorale, ha promesso di aumentare le tasse agli americani più facoltosi, sia per una questione etica, sia per raccogliere fondi per il massiccio programma di investimenti a sfondo keynesiano, con cui vuole rilanciare l'occupazione dopo la pandemia. Nei piani di Biden è prevista anche una revisione dell'imposta di successione.

C'è una soluzione al segreto di Pulcinella di cui parla l'articolo? Finora provvedimenti non sono stati presi... e non solo negli Stati Uniti,  ma anche nel resto del mondo dove praticamente esiste lo stesso analogo problema,  nonostante vi sia la possibilità per ovviare, ad esempio, trovando un metodo per tassare la ricchezza invece del reddito, sulla falsariga di quanto da tempo chiedono politici come Jeremy Corbyn ed economisti come Thomas Piketty.