Tra i tanti fascisti che supportano Donald Trump e di cui Elon Musk fa da megafono, vi è un tale - paradossalmente un americano di origini cinesi, non proprio un rappresentante dei valori della cristianità e della purezza della razza bianca - che si chiama Ian Miles Cheong che, anche lui, pensa di avere le carte in regola per occuparsi di ciò che accade in Italia. Ecco che cosa ha scritto sulla piattaforma social X:
"Al governo di Giorgia Meloni in Italia non sarà consentito deportare immigrati clandestini, secondo i giudici che hanno appena pronunciato una sentenza contro la sua decisione. Hanno citato come l'Egitto abbia una pessima reputazione in materia di diritti umani e pertanto rimandare immigrati clandestini dall'Egitto al loro paese d'origine violerebbe potenzialmente i loro diritti umani, quindi non può essere fatto. I confini dell'Italia rimarranno aperti e ai nuovi europei sarà consentito di inondare sia l'Italia che l'Europa per sempre".
Poiché tale contenuto è riassumibile come una stupidaggine (il termine corretto è un altro) di portata colossale, in quanto tale è stato subito "ripostato" da Elon Musk, il "padrone" di X nominato nelle ultime ore insieme a Vivek Ramaswamy (ex candidato GOP alle ultime presidenziali) a capo del nuovo Dipartimento per l'efficienza governativa, che avrà il compito di licenziare quanti più dipendenti pubblici possibili, con questo commento:
"Questo è inaccettabile. Il popolo italiano vive in una democrazia o è un'autocrazia non eletta a prendere le decisioni?"
Questo è il secondo commento con cui il miliardario a stelle e strisce vuol rimarcare al mondo quanto sia ignorante, volendo esprimere opinioni su un argomento che non conosce.
Il governo dei (post) fascisti, essendo Musk un camerata, era rimasto in silenzio rispetto alla precedente dichiarazione, salvo il plauso di Salvini che, essendo un caso umano, non si era neppure fatto venire in mente che il suo caro amico Musk stesse violando la sovranità nazionale che il governo Meloni si fa vanto di difendere.
Dato che adesso Musk ha un incarico ufficiale, seppure da consulente, nella nuova amministrazione Trump, a metterlo in riga è stato costretto ad intervenire, addirittura, Sergio Mattarella che dal Quirinale ha rilasciato la seguente dichiarazione:
"L'Italia è un grande Paese democratico e devo ribadire, con le parole adoperate in altra occasione, il 7 ottobre 2022, che “sa badare a sé stessa nel rispetto della sua Costituzione”. Chiunque, particolarmente se, come annunziato, in procinto di assumere un importante ruolo di governo in un Paese amico e alleato, deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni".
In pratica, per usare un linguaggio tanto caro ai (post) fascisti e ai media che li sostengono, stavolta Mattarella ha umiliato il silente governo Meloni.
E per i (post) fascisti che non avessero ancora capito di cosa si stia parlando, questa è l'intervista del segretario generale dell'ANM Salvatore Casciaro a La Stampa:
Segretario Casciaro, che cosa significa il ricorso del tribunale alla Corte europea di giustizia?«Significa che il giudice, se ritiene che la normativa interna sia incompatibile con quella europea, ha due strade: disapplicare la normativa interna per incompatibilità con la normativa europea, oppure, in caso di dubbio, sollevare il rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia. In questo senso hanno deciso i giudici romani, in linea con quanto fatto da altri uffici di merito come Bologna».
Una procedura fisiologica, insomma. E perfino timida.«Esiste un principio di primazia della disciplina europea, architrave per le corti nazionali dei Paesi membri dell'Unione. La normativa europea in materia di migrazione è sovraordinata rispetto a quella nazionale. Quando si tratta di normativa immediatamente vincolante e c'è un contrasto puntuale, il giudice può disapplicare. Se c'è un dubbio in merito all'incompatibilità, allora c'è la formula del rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia, che è quella deputata a interpretare la disciplina europea e a verificare, con efficacia vincolante, se la norma interna osta all'applicazione della disciplina europea. Direi che i colleghi di Roma hanno adottato la formula più cauta».
Aleggia sempre l'accusa ai magistrati di non "collaborare" con l'Esecutivo in materia di contrasto all'immigrazione clandestina, come se fosse un loro dovere.«Guardi, mi sembra una polemica strumentale. Quasi che si voglia scaricare la responsabilità sui giudici rispetto a impedimenti o inciampi nel perseguimento di politiche migratorie. Le quali, per essere davvero efficaci, non possono non tener conto del quadro internazionale nel quale si collocano. Eventuali impedimenti, se derivano dall'applicazione della disciplina internazionale, erano preventivabili fin dall'inizio. Insomma, gli intoppi erano facilmente prevedibili. Per questo dico che mi sembrano polemiche senza senso. Ripeto: penso che sia una polemica strumentale per dare la colpa ai giudici in merito al mancato raggiungimento di alcuni obiettivi in una materia delicata e complessa quale può essere quella dell'immigrazione».
Alcuni ministri hanno ammesso che il Protocollo albanese è una "anticipazione" di direttive europee che non sono ancora in vigore.«Le nuove direttive entreranno in vigore solo con l'estate 2026. Non hanno immediata operatività. Nel frattempo valgono le vecchie direttive. E la sentenza dell'ottobre scorso della Corte di giustizia ha interpretato la disciplina attuale vigente, dando una indicazione al giudice comunitario di valutare la sicurezza del Paese, ai fini di un eventuale rimpatrio, nella sua generalità e interezza».
Sembra quasi che qualche politico italiano mal tolleri la primazia della Corte di giustizia europea, o no?«Questo non lo so e non posso dirlo. E però un dato assodato che i Paesi membri hanno rinunciato a quote di sovranità in funzione degli obiettivi dell'Unione. Ciò determina inevitabilmente che, nel momento in cui si adotta una disciplina interna in materia di immigrazione, vada tenuto conto di quelli che sono i vincoli europei a cui bisogna necessariamente uniformarsi».