Una democrazia che fa paura
(prima parte)
La democrazia è una parola di fatto manipolata da pseudo politici che la usano in senso strumentale per giustificare talvolta atti di pura pirateria consumati soprattutto nei confronti dei paesi emergenti ricchi di materie prime necessarie per le produzioni occidentali di beni tecnologici di ogni tipo sempre più sofisticati: cellulari, computer, sistemi informatici, robotica, armi “intelligenti”, bombe atomiche di ultima generazione, materiali e prodotti chimici altamente inquinanti, ecc. ecc..
La pace è un altro termine ultimamente molto “evocato” ed eternamente associato alla democrazia. L’Italia ha subito delle micidiali iniezioni di democrazia sin dal dopoguerra fino ai giorni nostri dai nostri "aalleati" attraverso pesanti ingerenze nel nostro sistema politico ed economico soprattutto quest'ultimo è stato gradualmente e sistematicamente destrutturato attraverso le privatizzazioni che hanno sottratto alla collettività nazionale beni e risorse che sono state assorbite a buon mercato da un ristretto gotha.
Ciò che ha svuotato di contenuto la democrazia è stato il sistema economico liberista imposto dagli Stati Uniti dove l’unico obiettivo è il profitto. La fine della democrazia è iniziata con l’affermazione di una deviazione giuridica: attribuire al capitale una personalità giuridica rendendola una protagonista priva di scrupoli e di responsabilità, l’essere umano veniva asservito al capitale, l’obiettivo primario è diventato il profitto e non il benessere dei cittadini. I cardini della democrazia sono principalmente due: il riconoscimento e il pieno rispetto dei diritti inalienabili che vengono riconosciuti a tutti gli esseri umani e ultimamente è stato esteso a buon diritto anche all’ambiente e un’equa redistribuzione delle risorse. Oggi è palese che questi due aspetti fondamentali sono stati di fatto violati senza conseguenze e, in particolare, gli USA ne hanno fatto un’arma micidiale per piegare sistematicamente tutti i paesi che possono soddisfare i suoi interessi e le altre potenze che considera sue antagoniste come la Russia e la Cina.
Quando Gorbaciov si rivolse all’Occidente per uscire dallo stato di arretratezza causato dall’isolamento post bellico le amministrazioni americane con i loro gregari europei considerarono che il “pericolo comunista russo” era stato sconfitto dal modello “vincente” americano di democrazia liberista, questo fu accolto dai cittadini dei vari paesi come un allentamento della tensione provocata dalla guerra fredda che aveva avvelenato il suolo europeo per decenni, a quel tempo in verità ci credemmo tutti e sperammo in un futuro migliore ma ci sbagliammo: la gente comune non si era accorta che la guerra fredda per la politica estera americana non era finita anzi erano iniziate le manovre per il reclutamento nella NATO del maggior numero dei paesi del blocco orientale e seguendo il pessimo consiglio degli economisti americani che si affiancarono ai giovani pianificatori russi di perseguire prima le riforme economiche sacrificando il processo di democratizzazione con la conseguenza che le condizioni interne della Russia divennero tragiche attraverso il micidiale processo di privatizzazioni selvagge.
L’America colse al volo l’occasione di creare ulteriori problemi al “nemico e antagonista” russo attraverso il noto “progetto Russia“ curato da personaggi illustri come il futuro premio Nobel Jeffrey Sachs che si era occupato di applicare la stessa “terapia d’urto” all’economia polacca e all’arruolato dalla CIA, Andrei Shleifer, di origine russa, che gestiva l’ufficio di Mosca dell’Harvard Institute for International Development che sfociò in un enorme scandalo finanziario.
In realtà non vi era una sincera volontà da parte dell’Occidente di aiutare la Russia ad uscire dal suo stato di isolamento e arretratezza, le privatizzazioni degli anni ’80 crearono profonde diseguaglianze e la nascita di una oligarchia che si era arricchita spudoratamente appropriandosi dei principali beni pubblici a danno di un popolo abbandonato al suo destino: è la stessa cura a cui fu sottoposta l’Italia che ha prodotto le stesse nefaste conseguenze per milioni di cittadini e la concentrazione delle ricchezze nelle mani di pochi.
Erano rimaste circa 230.000 società statali da liquidare, il ministro dell’economia, l’economista Chubais e i giovani riformatori “consigliati” da Shleifer (CIA) si inventarono la “privatizzazione dei voucher”: ogni cittadino russo ricevette dei buoni per acquistare azioni di industrie statali ciò dette vita ad un “mercato nero” dei titoli che furono rastrellati facilmente dagli speculatori che disponevano di apitali in dollari. La crema industriale fu acquisita a prezzi stracciati dagli oligarchi tramite aste chiuse. Per avere un’idea del danno fatto alla collettività russa basti considerare la privatizzazione di Gazprom con i voucher, i dirigenti ne ottennero il controllo con soli 250 milioni di dollari, tre anni dopo la sua quotazione nella Borsa di Mosca era salita a 40 miliardi. Il debutto del sistema liberista made in USA in Russia si rivelò un furto di ricchezza senza precedenti che trascinò nel disastro l’intero sistema economico del Paese.
A questo punto bisogna conoscere i collegamenti tra i vari protagonisti di tale scempio: Shleifer era un “protetto” di Lawrence Summers che fu Segretario del Tesoro USA con Clinton, poi divenne preside di Harward University e fautore del “progetto Russia”. Clinton che ha iniziato l'espansione della NATO nei paesi dell'est recentemente ha giustificato tale decisione con una dichiarazione pubblica. La sua scelta di allargare la NATO ai paesi ex blocco Patto di Varsavia è stata determinata da “falsi” timori, tutto per giustificare il venir meno agli accordi stretti tra gli Usa e la Russia del 1984 e 1991, dimostrando che in realtà vi era un disegno preciso per annientare la Russia e asservire i paesi dell’Europa occidentale agli interessi propri.
Nel 1997 Shleifer venne processato e condannato dalle autorità statunitensi per aver frodato il governo, ciò fece emergere le gravi responsabilità che alcuni consiglieri occidentali avevano avuto nello squallido “progetto Russia”. La moglie di Sheifler era titolare di un hedge fund che speculava sfruttando le informazioni che filtravano dal lavoro del marito. Il programma di riforme per avviare un sistema democratico era stato sacrificato dai riformatori e da consiglieri occidentali a favore del modello economico liberista adducendo che la democrazia avrebbe ritardato e intralciato la trasformazione economica del paese: tali scelte hanno prodotto dei disastri di tal gravità che lasciavano alla Russia una sola scelta: andarsene.
È da una visione miope e famelica dell’America e dei suoi “alleati” europei che è scaturito un allontanamento della Russia dall’Europa occidentale e l’instaurazione di un presidenzialismo autoritario.