La Conferenza sulla stabilità e la sicurezza in Medio oriente iniziata mercoledì, e che terminerà giovedì, è stata definita una pagliacciata, più precisamente un circo, dalle istituzioni politiche iraniane.

Nonostante siano più di 60 i Paesi che vi partecipano, l'Iran non è stato invitato al tavolo e, pertanto, nessun suo rappresentante è a Varsavia, in Polonia, luogo designato per l'evento. Ci sono gli Stati Uniti, c'è Israele, c'è l'Arabia Saudita, ci sono i Paesi del Golfo... ma neppure la Russia è stata invitata.

Ma che diavolo di conferenza può mai essere? Semplicemente una messa in scena voluta dagli Stati Uniti in chiave anti Iran, per marcare la scelta di esser venuti meno all'accordo internazionale del 2015 sul programma iraniano di produzione di energia nucleare (JCPOA).

Alla conferenza, per questo, non partecipano i Paesi dell'Unione europea che tale accordo hanno siglato e che ritengono ancora valido. Unica eccezione la Gran Bretagna che, però, dall'Ue sta uscendo e per tale motivo è in cerca di nuove strategie ed alleanze per continuare ad avere un qualche ruolo nella politica internazionale. Persino la Polonia, a scanso di equivoci, ha ribadito che continuerà a sostenere il JCPOA.

Ma a che serve questa conferenza? È una domanda che in molti si sono fatti e a cui nessuno è stato in grado di rispondere. Di certo, dal punto di vista dell'immagine, Usa, Israele e Paesi Arabi potranno rivendere questo evento in chiave propagandistica... specialmente Netanyahu che tra poco più di due mesi cercherà di far ottenere al Likud la maggioranza dei seggi alle prossime elezioni politiche, per mantenere l'incarico di premier.

Ma che cosa di concreto potrà venir fuori da questa due giorni nessuno è in grado di anticiparlo. Inoltre, neppure il problema della pace in Medio Oriente sarà trattato, tanto che neppure una delegazione palestinese è presente alla Conferenza. E non a caso, visto che Trump vagheggia da tempo un imminente piano di pace che però nessuno ha ancora capito in che cosa consista e che, comunque, divide gli Usa dall'Unione europea che continua a supportare una soluzione a due Stati tra Israele e Palestina.

Oltretutto, il tema della pace con i Palestinesi sarà anche un elemento di demarcazione tra Israele e i Paesi arabi presenti, anch'essi favorevoli a una soluzione a due Stati, non certo ciò a cui Netanyahu aspira, specialmente in periodo pre elettorale, visto che ha promosso e continua a promuovere nuovi insediamenti di coloni israeliani in Cisgiordania.

Ne capiremo di più dopo la conclusione.