Probabilmente sarà un mio limite, però con il passare delle ore mi appare sempre più confuso ed incerto l’iter del mandato esplorativo conferito a Roberto Fico dal Presidente Mattarella.

Infatti, al termine del giro di consultazioni, condotto nei giorni scorsi, il Capo dello Stato in sala stampa aveva dichiarato:

“Dai colloqui, svolti qui al Quirinale - in queste trentadue ore - con le forze politiche e parlamentari, è emersa la prospettiva di una maggioranza politica, composta a partire dai gruppi che sostenevano il governo precedente. Questa disponibilità – a me manifestata nel corso delle consultazioni - va peraltro, doverosamente, verificata nella sua concreta praticabilità. A questo scopo adotterò - con immediatezza – un’iniziativa”.

Abbinando queste parole alle dichiarazioni rilasciate, dopo gli incontri, dalle rappresentanze di Autonomie, Centro Democratico, Maie, Europeisti, M5S, PD, LeU,  si sarebbero potute cogliere tre indicazioni fondamentali, cioè: disponibilità e continuità con il dimissionario governo “Conte bis” e condivisione della candidatura di Giuseppe Conte a Premier.

Per contro, per la discontinuità con il governo “Conte bis” si era espresso, invece, Renzi che, approfittando in modo sconveniente ed irrispettoso della sala stampa del Quirinale, aveva sproloquiato in un vero e proprio comizio rivolgendo anzi critiche ed accuse al Premier Conte.

Ecco perché, con queste premesse, quando il Capo dello Stato ha conferito il mandato esplorativo al Presidente Fico sarebbe stato logico attendersi che questi riunisse intorno al tavolo i rappresentanti di Autonomie, Centro Democratico, Maie,  Europeisti, M5S, PD e LeU per verificare:

  1. La conferma di disponibilità ed impegno  a dare continuità al “Conte bis”.
  2. La condivisione ad indicare Giuseppe Conte come candidato Premier del possibile governo .
  3. Priorità  da inserire nel programma del futuro governo.

Invece, Fico ha aperto il tavolo anche a Italia Viva che, dopo aver provocato la crisi di governo si era espressa, a gran voce e più volte, per la discontinuità con il “Conte bis”, pretendendo, anche, un patto di legislatura sottoscritto ancora prima di concordare il nome del candidato Premier.

Per fortuna nella lingua italiana non  esiste alcun margine di ambiguità nel significato e nella interpretazione dei due termini “continuità” e “discontinuità”, tra loro contrapposti ed incompatibili, cosa di cui Fico avrebbe dovuto tenere conto.

Ma il presidente Fico avrebbe dovuto aver presente, anche, che l’art. 95 della nostra Carta Costituzionale statuisce:

“Il Presidente del Consiglio dei Ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l'unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l'attività dei Ministri”.

Per cui, costituirebbe un palese sfregio alla Costituzione consentire che il programma, e quindi la politica generale del governo, fosse elaborata e consegnata precotta al futuro premier senza che questi abbia partecipato alla sua formulazione.

Dovrà fare ricorso a tutta la sua saggezza il Capo dello Stato, domani, per riuscire a trarre una possibile conclusione utile dai lavori di questo mandato esplorativo.