Come fa un'Italia moderna e solidale, almeno secondo Salvini, a rispettare le opinioni farneticanti scritte da un generale?
Mentre il generale Vannacci si sta pian piano trasformando in una star della tv, si allarga il fronte di chi lo sostiene in base al diritto di opinione garantito dall'art. 21 della Costituzione.
Oggi a spiegarcelo, oltre ad alcuni sindacati militari, si è aggiunto pure il senatore Matteo Salvini, durante un riassunto su Facebook di ciò che ha ripreso ad occuparsi in qualità di ministro, appena rientrato dalla vacanza in Puglia.
Salvini ci ha anticipato che lui il libro di Vannacci se lo comprerà "perché prima di giudicare è giusto leggere, è giusto capire".
Una comprensione che, come riportano le agenzie, non può non prescindere dalla telefonata molto cordiale che, fanno sapere dalla Lega, c'è stata oggi tra il ministro delle Infrastrutture e il generale.
“Mi rifiuto di pensare – ha detto Salvini – che in Italia ci sia un grande fratello che ti dice cosa puoi leggere e cosa no. [Il generale] deve essere giudicato per quello che fa in servizio, poi se scrive qualcosa che non ha niente a che fare con i segreti di Stato, esprime dei suoi pensieri nero su bianco, penso che abbia il dovere e il diritto di farlo. Quando andavo al liceo – ha proseguito Salvini – mi sono letto Il manuale del guerrigliero di Ernesto Che Guevara, come tanti sedicenni avranno fatto, anche se non è esattamente il Piccolo principe o qualcosa che viene consigliato negli educandati, ma io sono curioso e quindi [leggerò] il libro di questo generale, che ha fatto missioni in Somalia, in Iraq, in Afghanistan, che ha salvato vite, che ha difeso la patria, il Paese, la bandiera, i suoi ragazzi, che aprì dei dossier e fece delle denunce sull'uranio impoverito.Mi cercherò qualche ora per leggere qualcosa che molti, a partire da alcuni giornalisti di sinistra, hanno commentato e condannato senza aver letto tutto. Facile estrapolare alcune frasi. Poi potrò essere d'accordo, in disaccordo, parzialmente, totalmente, però la condanna al rogo a mo' di Giordano Bruno nell'Italia moderna e solidale del 2023 non mi sembra assolutamente ragionevole. Quindi, mi andrò a leggere lo scritto del generale e prima di condannare al rogo o chiedere l'abiura galileiana a qualcuno è giusto capire di cosa si sta parlando".
Nell'Italia moderna e solidale del 2023... ha detto Salvini!
Ma come è possibile, secondo lui, che uno che attacca e definisce anormali coloro che non sono maggioranza per colore della pelle, tendenze sessuali o altro possa essere "garantito" da modernità e solidarietà, concetti di cui lo stesso Vannacci nega l'esistenza con quello che sostiene nel suo libro?
E che bisogno c'è di leggere opinioni che sono da condannare a prescindere, già in partenza? Che cosa dovrebbe spiegare un paragrafo, una pagina o un capitolo in relazione ad un concetto che è già di per sé un assurdo?
Gli omosessuali anormali... come i neri, il femminismo che ha distrutto famiglia e società, l'ambientalismo da condannare perché frena il progresso, i migranti clandestini invasori...
L'articolo 21 della Costituzione può darsi che difenda la libertà di scrivere delle cretinate, perché quelle di Vannacci sono delle cretinate, ma non giustifica che chi rappresenta le istituzioni tali cretinate le possa scrivere (in quanto generale) o le possa promuovere, come fa Salvini e altri, prima di lui, che siedono in Parlamento o nei consigli regionali. Perché? Perché la Costituzione protegge e tutela anche chi è minoranza.
Ed è per questo che è indecente che capo del Governo, presidenti delle Camere e, soprattutto, capo dello Stato si siano finora dimenticati di intervenire per ricordarlo a tutti quegli smemorati che non lo sanno, lo hanno dimenticato o fanno finta di dimenticarlo.
Da aggiungere infine che ci saranno pure dei cretini di italiani che urleranno "finalmente" qualcuno ha detto ciò che tutti noi pensiamo... evviva... bravo... era l'ora... ma se non si mette di fronte questa gente all'evidenza che queste "opinioni" sono delle cretinate, allora vuol dire che vale tutto. Ma se vale tutto, allora sarà una corsa, progressiva e inarrestabile, verso un baratro che inizialmente coinvolgerà le opinioni, ma successivamente finirà per tramutarsi in azioni... e non sarà piacevole e, per questo, neppure augurabile.