Ai numeri si finisce per fare l'abitudine, anche quando si tratta di persone. Ma è possibile che 10, 100, 1.000 persone morte non siano già di per sé numeri importanti, persino insostenibili? E che dire allora di 100mila persone morte? 

Patrica Dowd, 57 anni, di San Jose (California) che lavorava come contabile nella Silicon Valley è la prima persona che apre il lungo elenco dei deceduti negli Stati Uniti a causa del coronavirus dal marzo scorso, rappresentati dal New York Times con altrettante icone per far comprendere, graficamente, le conseguenze della pandemia che in America, in media, ha causato fino ad oggi più di 1.100 decessi al giorno, portandone il totale, al 24 maggio, a 95.971.  Un numero a cui sono associate delle persone... che adesso non ci sono più.

Un numero, però, che in base alle previsioni statistiche conseguenti alla volontà di riaprire del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, potrebbe crescere e molto nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.

Lo ha fatto presente, lo scorso giovedì, l'Imperial College di Londra pubblicando uno studio in base al quale, a seguito della fine delle misure di confinamento, il bilancio delle vittime negli Stati Uniti, entro la fine di luglio, potrebbe aumentare di 2 o addirittura 3 volte quello attuale, fino a raggiungere le 300mila vittime.

"Le nostre stime - riporta lo studio - suggeriscono che l'epidemia non è sotto controllo in gran parte degli Stati Uniti: dal 17 maggio 2020, il numero di riproduzione è al di sopra della soglia critica (R uguale a 1) in 24 Stati. 

I tassi di contagiosità più elevati sono geograficamente raggruppati nel Sud e nel Midwest, dove le epidemie sono ancora in fase di sviluppo, mentre stimiamo numeri di riproduzione più bassi negli Stati che hanno già subito un'elevata mortalità da Covid-19, come il Nord-Est.

Queste stime suggeriscono come sia necessario prestare attenzione nell'allentare  le misure di confinamento, senza che vengano messi in atto provvedimenti alternativi."

Con la diminuzione di misure per il distanziamento sociale, la trasmissione del contagio accelererà di nuovo.

L'Imperial College stima che, nei prossimi due mesi, il numero dei decessi potrebbe essere 2-3 volte più alto di quello attuale senza un valido programma di sanità pubblica basato su test rapidi, tracciabilità dei contatti e controllo dei comportamenti, che possa compensare l'allentamento delle misure di distanziamento sociale.

Inoltre,  nello studio si ricorda anche che non esiste alcuna prova che anche in un solo Stato degli Usa ci si stia avvicinando all'immunità di gregge e che, per tale motivo, la diffusione del contagio e dell'epidemia possa per tale motivo considerarsi non più un pericolo.

Nel frattempo, Trump continua a cinguettare, dicendo che il numero dei contagiati e dei morti è in diminuzione...


I morti, in realtà, non diminuiscono e le conseguenze delle riaperture inizieranno a vedersi, in maniera evidente, nei prossimi giorni.