Questo è quanto detto da Francesco in relazione a dei colloqui in corso per arrivare ad una pace in Ucraina, rispondendo ad una domanda durante la consueta conferenza stampa durante il ritorno da un viaggio apostolico, in questo caso in Ungheria.


Eliana Ruggiero, AGI:
Santo Padre, Lei ha lanciato un appello ad aprire, a ri-aprire, le porte del nostro egoismo ai poveri, ai migranti, a chi non è in regola. Nel suo incontro con il Premier ungherese Orbán, gli ha chiesto di riaprire le frontiere della rotta balcanica che lui ha chiuso? Poi, nei giorni scorsi ha incontrato anche il Metropolita Hilarion: Hilarion e lo stesso Orbán possono diventare canali di apertura verso Mosca per accelerare un processo di pace per l'Ucraina, o rendere possibile un incontro tra Lei e il Presidente Putin? Grazie.

Papa Francesco:Credo che la pace si faccia sempre aprendo canali, mai si può fare una pace con la chiusura. Invito tutti ad aprire rapporti, canali di amicizia. Questo non è facile. Lo stesso discorso che ho fatto in genere, l'ho fatto con Orbán e l'ho fatto un po' dappertutto.Sulle migrazioni: credo che sia un problema che l'Europa deve prendere in mano, perché sono cinque i Paesi che soffrono di più: Cipro, Grecia, Malta, Italia, Spagna, perché sono i Paesi mediterranei e sbarca lì la maggioranza. E se l'Europa non si fa carico di questo, di una distribuzione equa dei migranti, il problema sarà di questi Paesi soltanto. Credo che l'Europa debba far sentire che è “Unione Europea” anche davanti a questo.C'è un altro problema che è collegato alla migrazione, ed è l'indice di natalità. Ci sono Paesi come l'Italia e la Spagna dove si fanno pochi figli. L'anno scorso ho parlato su questo in un incontro di famiglie e ultimamente ho visto che anche il Governo [italiano] e altri Governi ne parlano. L'età media in Italia è di 46 anni, per la Spagna è più alta ancora e ci sono piccoli villaggi deserti. Un programma migratorio, ma ben portato avanti sul modello che alcuni Paesi hanno seguito con la migrazione – penso per esempio alla Svezia al tempo delle dittature latinoamericane –, può aiutare anche questi Paesi che hanno una bassa percentuale di nascite.Poi, alla fine, Hilarion. Hilarion è una persona che rispetto tanto, e abbiamo sempre avuto un bel rapporto. E lui ha avuto la cortesia di venire a trovarmi, poi è stato alla Messa, e l'ho visto anche qui, all'aeroporto. Hilarion è una persona intelligente con la quale si può parlare, e questi rapporti è necessario mantenerli, perché se parliamo di ecumenismo e poi diciamo “questo mi piace, questo non mi piace”… Dobbiamo avere la mano tesa con tutti, e anche ricevere la mano altrui. Con il patriarca Kirill ho parlato una sola volta dal momento che è iniziata la guerra, 40 minuti per zoom, poi tramite Antony, che è al posto di Hilarion, adesso, e che viene a trovarmi: è un vescovo che è stato parroco a Roma e conosce bene l'ambiente, e sempre tramite lui sono in collegamento con Kirill. È in sospeso l'incontro che noi dovevamo avere a Gerusalemme a luglio o giugno dell'anno scorso, ma per la guerra si è sospeso: quello si dovrà fare. E poi, con i russi ho un rapporto buono con l'Ambasciatore che adesso lascia, Ambasciatore da sette anni in Vaticano, è un uomo grande, un uomo comme il faut. Una persona seria, colta, molto equilibrato. Il rapporto con i russi principalmente è con questo Ambasciatore. Non so se ho detto tutto...

Eliana Ruggiero:Se potevano in qualche modo Hilarion e anche Orbán accelerare il processo di pace in Ucraina e anche rendere possibile un incontro tra Lei e Putin, se possono fare, tra virgolette, da intermediari?

Papa Francesco:Lei può immaginare che in questo incontro non abbiamo parlato solo di Cappuccetto Rosso, abbiamo parlato di tutte queste cose. Si parla di questo perché a tutti interessa la strada della pace. Io sono disposto, sono disposto a fare tutto quello che si deve fare. Anche adesso è in corso una missione, ma ancora non è pubblica, vediamo... Quando sarà pubblica ne parlerò.