A leggere le dichiarazioni social, praticamente inesistenti, sul naufragio delle scorse ore davanti alle coste libiche in cui ha perso la vita oltre un centinaio di migranti, persone, è evidente che la classe politica in Italia - nel suo complesso - ha pensato che sulla vicenda fosse meglio, anzi, più conveniente, tacere.

Altrimenti, da sinistra, si sarebbe dovuto balbettare sul perché venga finanziata la Guardia Costiera libica che dovrebbe svolgere missioni di salvataggio ma si guarda bene dal farlo... in base alle convenienze del momento. L'Italia e l'Europa finanziano quei trafficanti di esseri umani che utilizzano quei fondi solo per mettere in mare unità  navali utilizzate per scopi militari, ma che invece dovrebbero essere utilizzate per operazioni di ricerca e soccorsi.

L'Europa si limita a far sorvolare il Mediterraneo centrale con degli aerei che verificano la posizione delle barche in difficoltà e ne comunicano le coordinate, senza che però vi siano delle unità navali che intervengano... ad esclusione di qualche mercantile capitanato da gente di buon cuore o da navi delle ong, quando queste sono disponibili.

Da notare il paradosso. Le istituzioni europee e gli Stati che ne fanno parte finanziano le bande di delinquenti che operano sotto l'etichetta di Guardia Costiera libica, mentre ostacolano in ogni modo l'attività delle ong, che operano con donazioni private, che invece sono le uniche che effettuano operazioni di salvataggio.

A destra, poi, esistono dei politici che etichettano le ong come trafficanti di esseri umani. Sono gli stessi che definiscono i migranti non persone, ma clandestini da scaricare come se fossero delle merci e si strappano i capelli nel caso le navi delle ong riescano a trarli in salvo quando sono in difficoltà in mezzo al mare.

Anche quei politici, che si definiscono strenui difensori della cristianità, che pretendono di salvare vite umane purché queste vengano massacrate nei centri di detenzione libici, oggi non hanno rilasciato alcuna dichiarazione sul naufragio del gommone dove sono morte 130 persone.


Crediti immagine:  Flavio Gasperini/SOS Med via  twitter.com/EmmanuelleChaze/status/1385299723993718787