Il Movimento Internazionale dei Sacerdoti Sposati rilancia l’articolo di Marco Politi su Il Fatto Quotidiano. “I preti sposati uniranno la Chiesa verso la riforma in chiave biblica e progressista per superare la crisi”.

Di seguito alcuni punti tratti dal testo di Marco Politi:

“È certamente un’acquisizione storica del papato di Francesco avere tolto di mezzo l’ossessione della gerarchia cattolica in tema di questioni sessuali. Non si parla più di pillola, rapporti prematrimoniali, divorzio e orientamento sessuale. Per il cattolicesimo è una liberazione. Questa volta, tuttavia, astuzie sottili non sono possibili. Consacrare preti uomini con moglie – perché questo è in gioco nel sinodo sull’Amazzonia – è per la Chiesa di rito latino una breccia spettacolare nella plurisecolare tradizione del celibato sacerdotale(tradizione non originaria, va ricordato, perché nei primi secoli del cristianesimo sono stati attivi vescovi sposati e figli di vescovi ammogliati a loro volta).

La narrazione ufficiale è che il sinodo abbraccia moltissimi altri temi. Sociali, ecologici, religiosi. È vero. Ma sulla tematica ecologica, sul rifiuto dellosfruttamento degli indigeni amazzonici e la tutela della loro cultura, sull’opposizione agli interessi predatori, minerari o agricoli, che minacciano l’Amazzonia, non sarà difficile trovare le parole giuste nel documento finale.

E anche su come conciliare la visione spirituale delle antiche tribù con i valori evangelici, valorizzando la religiosità tradizionale e inculturando il cristianesimo nel vissuto degli indigeni, arrivando forse a definire anche particolari forme di “rito amazzonico” (così come storicamente la Chiesa accettò riti di tradizione orientale), si potrà trovare alla fine una formulazione finale che soddisfacente per i due terzi dei votanti.

Ma sul punto scottante dell’ordinazione sacerdotale di viri probati (uomini ammogliati di provata fede e moralità) conterà ogni singolo voto. Una largamaggioranza di intervenuti, si racconta dietro le quinte, è intervenuta a favore dell’innovazione. Perché non è possibile che il 70% delle comunità ecclesiale amazzoniche vedano un prete soltanto una o due volte l’anno. Perché è inaccettabile che non possano assistere alla celebrazione dell’eucaristia a Pasqua, Natale o Pentecoste: nutrendosi solamente di ostie consacrate in anticipo e mandate avventurosamente nelle parrocchie.

Ostie findus le chiamarono certi vescovi confidenzialmente già in sinodi passati. Perché, infine, l’espansione dei gruppi pentecostali prosegue impetuosa. I favorevoli a ordinare uomini sposati, calcolano i più ottimisti, sono tra il 55 e il 60% dell’assemblea. Una novità importante. Ma nelle votazioni bisogna superare quota 66%. E sarà decisiva anche la formulazione del testo. Si “chiederà” al papa di introdurre l’innovazione? La si definirà “necessaria”? Si proporrà una “dispensa” sperimentale? Ci si limiterà a proporre di studiarla?

L’esito dei gruppi di lavoro, riunitisi la settimana scorsa, offre qualche indicazione sull’equilibrio delle forze in aula. Su dodici gruppi (i cosiddetticirculi minores costituiti per aree linguistiche) ben cinque si sono detti a favore dell’innovazione. Sono i gruppi Italiano A, Portoghese A e B, Spagnolo C e D.

A questo blocco va aggiunto il gruppo di lavoro Spagnolo B che chiede al pontefice di “conferire il sacerdozio a uomini sposati per l’Amazzonia, in modoeccezionale, secondo circostanze specifiche e per alcune etnie determinate, stabilendo chiaramente le ragioni che lo giustificano”. E’ un Sì condizionato, ma è un . Anche perché il gruppo aggiunge che in nessun modo deve trattarsi di un sacerdozio di “seconda categoria”.

Dunque metà dei gruppi di lavoro del sinodo spinge per questa rivoluzione: uomini sposati sull’altare a celebrare l’eucaristia. Altri due gruppi, Portoghese C e D, chiedono ulteriori approfondimenti. Contrari i vescovi dei gruppi Italiano B, Spagnolo A ed E e il bilingue Inglese-Francese. Già ora si può considerare una novità clamorosa, impensabile nei pontificati precedenti, il fatto che documenti ufficiali di un sinodo – benché intermedi e limitati – mettano nero sua bianco la richiesta del sacerdozio sposato. E c’è un’altra grossa novità ancora: alcuni gruppi hanno chiesto ufficialmente che in maniera del tutto egualitaria le donne possano accedere al diaconato permanente.

La parola passa adesso al comitato di redazione del documento finale. Ogni virgola avrà il suo peso. Tra pochi giorni l’assemblea sinodale va in votazione. Le conclusioni saranno un test cruciale per il pontificato di Francesco”.