L'incidente della nave cargo Guang Rong, arenatasi su un pontile a Marina di Massa, riporta l'attenzione sulla fragilità del Mar Mediterraneo, un bacino che ospita una straordinaria biodiversità e concentra il 15% del traffico marittimo mondiale.

Il timore principale è ora lo sversamento di carburante dalla nave cipriota, che potrebbe avere conseguenze ambientali imprevedibili e molto impattanti per questo ecosistema già messo a dura prova.

Il Mediterraneo, pur rappresentando solo l'1% degli oceani globali, è uno dei mari più trafficati al mondo. Ogni anno, circa 200.000 navi attraversano le sue acque, contribuendo per il 20% al commercio marittimo globale. L'aumento esponenziale del traffico, combinato con l'aggravarsi delle condizioni climatiche, ha accresciuto il rischio di incidenti, come quello della Guang Rong.

L'impatto di tali eventi si estende ben oltre il danno immediato. Il settore della pesca, già minacciato dal sovrasfruttamento e dai cambiamenti climatici, rischia di subire ingenti perdite a causa della contaminazione delle acque e della moria di specie ittiche. Anche il turismo costiero, una delle principali fonti di reddito per molte regioni mediterranee, potrebbe risentire del degrado ambientale e della percezione di un mare inquinato, con conseguenze economiche disastrose per le comunità locali.

Secondo il WWF, la Guang Rong era già stata fermata nel 2023 dalla Guardia Costiera di Genova per gravi deficienze nelle norme di sicurezza e tutela ambientale. Questo solleva interrogativi sulle misure adottate per correggere tali criticità e sulla loro eventuale connessione con il recente incidente.

Per ridurre il rischio di simili eventi in futuro, il WWF chiede da anni interventi mirati:

Eliminazione delle navi obsolete: Ritiro delle petroliere prive di doppio scafo e costruite prima del 1982 da tutti i porti italiani, fissando una durata massima di attività per le navi che trasportano sostanze pericolose a 23 anni dal varo. 

Regolamentazione della navigazione nelle aree sensibili: Implementazione di zone off-limits e regole più severe per la navigazione nelle aree marine protette, come il Santuario dei Cetacei.

Miglioramento delle tecnologie di prevenzione e risposta: Adozione di tecnologie avanzate per la prevenzione degli incidenti e la gestione degli sversamenti.

Promozione della decarbonizzazione del trasporto marittimo: Collaborazione con armatori e compagnie di trasporto per ridurre le emissioni del settore, attraverso l'adozione di carburanti a basse emissioni e l'implementazione di misure incentivanti.

Chi inquina deve pagare: oggi questo può avvenire sia attraverso alcune previsioni normative contenute nel Testo Unico Ambientale (D.lgs. n. 152/2006) sia grazie alla  legge n. 68/2015 sugli ecoreati che prevede tra i nuovi delitti anche l'inquinamento e il disastro ambientale.