Quella di martedì è stata una giornata estremamente pesante per il colosso della chimica Bayer.

L'azienda tedesca, infatti, ha perso ancora una volta una causa intentata contro di essa da due cittadini americani, che hanno contratto un tumore per aver utilizzato per trent'anni il glifosato nella loro proprietà nei pressi di San Francisco.

Alla condanna è seguito anche un maxi-risarcimento che la giuria di Oakland, dove si è svolto il processo, ha quantificato in 2,05 miliardi di dollari, riconoscendo il nesso di causalità tra uso del prodotto e insorgenza del tumore, seppur ovviamente negato dall'azienda tedesca.

Alla Borsa di Francoforte il titolo Bayer ha perso il 7,4% in avvio di seduta, scendendo a 53,3 euro, ovvero il minimo da sette anni.

Ma questa non è l'ultima causa a cui l'azienda dovrà far fronte: ad attendere di essere discusse ce ne sono ben oltre diecimila!

Il paradosso è che tale situazione è stata ereditata da Bayer con l'acquisizione di Monsanto (per 63 miliardi di dollari), produttrice dei diserbanti a base di glifosato.