Questo lunedì, La Corte Suprema degli Stati Uniti si è espressa ripristinando, in parte, la direttiva di Donald Trump che vietava l'ingresso negli Stati Uniti ai rifugiati e a persone provenienti da sei Stati a maggioranza islamica: Libia, Iran, Somalia, Sudan, Siria e Yemen.

La decisione della Corte suprema non è una decisione definitiva, ma temporanea, in attesa di ridiscutere la causa il prossimo ottobre.

L'attuale decisione non esclude a prescinedere l'ingresso negli Stati Uniti alle persone interessate dal bando.

La novità sta nel fatto che, finché la Corte non ridiscuterà il caso per decidere definitivamente in merito ad esso, cittadini provenieti da Libia, Iran, Somalia, Sudan, Siria e Yemen potranno entrare negli Stati Uniti purché siano già provvisti di un visto o siano residenti permanenti negli Stati Uniti, oppure dimostrino la necessità di riprendere in quel paese il lavoro o lo studio, visitare un coniuge, un figlio o un genitore che siano cittadini americani. La stessa decisione riguarda i rifugiati.

La decisione della Corte si basa sul fatto che l'ordine esecutivo di Trump per consentire l'ingresso negli Usa alle persone indicate nel bando sia un qualche loro collegamento con gli Stati Uniti. Pertanto, il Governo dovrà esaminare anche caso per caso situzioni che non rientrino nella casistica sopra riportata.

Questa sentenza della Corte giunge dopo la la nomina di Neil Gorsuch voluta da Donald Trump, che ha ripristinato una maggioranza a favore dei conservatori con cinque giudici contro quattro.