Il presidente russo Vladimir Putin, nel pomeriggio di venerdì è intervenuto al Forum economico internazionale di San Pietroburgo, in ritardo rispetto all'orario previsto a causa di un attacco informatico che, in base a quanto affermato dal portavoce del Cremlino, aveva creato problemi agli organizzatori della manifestazione nel rilasciare i pass di accesso.

Per Putin, come riporta la Tass, gli Stati Uniti si considerano un "messaggero di Dio sulla Terra", un messaggero che sa quali siano i propri interessi, ma non le sue responsabilità.

"Dopo aver rivendicato la vittoria nella Guerra Fredda, gli Stati Uniti hanno dichiarato di essere il messaggero di Dio sulla Terra, che non ha obblighi, ma solo interessi e questi interessi sono sacrosanti. ... Gli Stati Uniti sono apparentemente inconsapevoli del fatto che negli ultimi decenni nuovi centri di potere sono emersi in tutto il mondo e la loro voce è ascoltata e in maniera sempre più forte. Ognuno di loro sta sviluppando il proprio sistema politico e le proprie istituzioni pubbliche e implementa il proprio modello di crescita economica e, naturalmente, ha il diritto di proteggerli, garantendone la sovranità nazionale", ha sottolineato Putin che, a suo avviso, ha aggiunto che nel mondo "stiamo assistendo oggettivamente a cambiamenti realmente rivoluzionari".

Ma il presidente russo ha toccato anche temi "pratici", attaccando le sanzioni imposte dall'occidente in seguito all'invasione russa dell'Ucraina, definendole "folli e sconsiderate", una "guerra lampo" economica contro la Russia che non ha e non avrà alcuna possibilità di successo, perché, oltretutto, le sanzioni sono più dannose per i Paesi che le hanno imposte, con l'Unione Europea che potrebbe arrivare a perdere più di 400 miliardi di dollari.

Per Putin l'Ue ha perso la sua "sovranità politica" a seguito della sua risposta alla guerra in Ucraina, con l'inflazione galoppante che aumenterà le disuguaglianze, mentre i reali interessi delle persone saranno messi da parte.

In relazione alla crisi alimentare causata dalla guerra, il presidente russo ha promesso che il suo Paese è in grado di aumentare in modo significativo le esportazioni di grano e fertilizzanti, che potrebbero salire a circa 50 milioni di tonnellate, negando allo stesso tempo  qualsiasi coinvolgimento di Mosca nel blocco dei porti ucraini sul Mar Nero.

E sul gas ha detto che continuerà a fornirlo a chi lo vuole, comprese le compagnie occidentali, anche se spera di aumentarne il flusso attraverso nuove rotte. Alle aziende locali ha detto di continuare ad investire in Russia, e di smettere di guardare all'estero, come dimostrano le conseguenze subite da alcune di loro a causa delle sanzioni a seguito di una guerra, anzi di una "operazione "speciale", che la Russia è stata costretta a fare.

Putin ha concluso il suo discorso esaltando il momento attuale come l'inizio di una stagione che vedrà la Russia come una nazione potente e sovrana, sempre più forte grazie alle colossali opportunità offerte da quanto sta accadendo, dichiarando che 

"le regole, l'essenza del nuovo ordine mondiale, saranno stabilite da Stati sovrani forti", mentre gli altri, saranno "destinati a rimanere colonie senza diritti".

È quasi superfluo aggiungere che riportare tali dichiarazioni all'esito della guerra in Ucraina, è logico prevedere che questa potrà finire solo con un vincitore e uno sconfitto, con un Putin che dà l'idea di non prevedere neppure ipotizzabile la seconda ipotesi. Un dato di fatto preoccupante, visto l'arsenale nucleare in suo possesso.