Dopo le udienze alla Corte Internazionale di Giustizia, Israele ha iniziato a sostenere, quasi giornalmente, di aver ridotto l'intensità del conflitto a Gaza.

Peccato però che stia continuando a bombardare giornalmente (soprattutto) il centro e il sud della Striscia, di giorno con carri armati e obici, di notte con l'aviazione. Nelle ultime 24 ore sono state 158 le persone uccise... bambini compresi. Nell'ultimo bilancio ufficiale i morti dal 7 ottobre sono 24.285, mentre è di 61.154 il numero dei feriti.

Oltre che dalle bombe, i palestinesi a Gaza sono "assediati" dalla fame e dalla sete, ammassati nel sud tra Rafah e il confine con l'Egitto, dove la densità di popolazione che ha raggiunto gli oltre 16mila abitanti per Km².

Chi è più fortunato vive nelle tende, chi è meno fortunato per strada. Tutti hanno scarse possibilità di accedere giornalmente a qualcosa che si possa definire un pasto, mentre la quantità di acqua sicura che può essere garantita a quelle persone non arriva neppure a 2 litri.

Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani nei territori occupati, ha affermato che non avrebbe mai pensato che saremmo stati testimoni nel 21° secolo di quanto sta accadendo a Gaza. Eppure sta accadendo, dopo 100 giorni di bombardamenti, senza cibo, carburante e acqua.


Ma il genocidio israeliano è in atto anche in Cisgiordania. Dal 7 ottobre sono 354, di 95 bambini, le persone uccise nei Territori Occupati e 4mila quelle ferite. A scorrere le notizie delle agenzie locali, ogni giorno vi è un  lungo elenco di attacchi, ruberie, danneggiamenti, arresti, ferimenti e uccisioni. Nelle scorse ore, a Beit Jala, a nord di Betlemme, un palestinese è stato "assassinato" dall'IDF mentre stava aprendo una barriera che impediva il passaggio delle auto. Disarmato è stato "freddato" da pochi passi. Ma, si sa, l'esercito israeliano è il più morale al mondo e Israele, che da decenni sta praticando l'apartheid, è una perla di democrazia, come direbbe il giornalista Massimo Giannini!


E oltre a mettere a ferro e fuoco Gaza e Territori occupati, gli israeliani e i suoi complici, si ingegnano ad allargare i conflitto a tutto il Medio Oriente.

Dopo gli attacchi terroristici di Tel Avi a Beirut e in Siria, la risposta militare degli Hezbollah si è intensificata e al confine con il Libano, oggi, hanno bombardato soldati dell'IDF a est dell’insediamento di Efen Menachem, provocando la risposta di aerei da guerra israeliani, che hanno attaccato il sud del Libano, ed in particolare la periferia delle città di Hula, Wadi Saluki, Wadi al-Hujair e la strada per le città di Rab Thaleen e Taybeh.


Anche l'Iran ha iniziato a lanciar missili. Alcuni sono caduti nel Kurdistan iracheno e secondo Teheran avrebbero colpito una presunta base del Mossad, mentre altri hanno colpito gli interessi dell'ISIS in Siria. 


Nel Mar Rosso, Stati Uniti e Regno Unito intensificano l'attività militare contro gli Houthi in modo da ufficializzare un conflitto anche con la parte dello Yemen da loro controllata, in difesa del traffico marittimo verso Suez, impedito dagli attacchi Houthi contro le navi in transito che direttamente o indirettamente abbiano relazioni con Israele.


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