Cronaca

14 aprile, scendono sotto i 3mila i nuovi contagiati da Covid, ma è sempre alto il numero dei morti

I casi totali di contagio da Covid, martedì 14 aprile, sono  162.488, 2.972 in più rispetto a lunedì, con 104.291 (675 in più rispetto a 24 ore fa) le persone che risultano ancora positive al virus, mentre le persone guarite sono 37.130, 1.695 in più rispetto a ieri.

I casi attualmente positivi sono 32.363 in Lombardia, 13.778 in Emilia-Romagna, 13.055 in Piemonte, 10.736 in Veneto, 6.352 in Toscana, 3.466 in Liguria, 3.095 nelle Marche, 4.022 nel Lazio, 3.094 in Campania, 2.082 nella Provincia autonoma di Trento, 2.552 in Puglia, 899 in Friuli Venezia Giulia, 2.071 in Sicilia, 1.800 in Abruzzo, 1.564 nella Provincia autonoma di Bolzano, 622 in Umbria, 900 in Sardegna, 816 in Calabria, 559 in Valle d’Aosta, 265 in Basilicata e 200 in Molise.

I pazienti ricoverati con sintomi sono 28.011, quelli in terapia intensiva 3.186 (il cui numero è in lento ma costante calo), mentre 73.094 si trovano in isolamento domiciliare.

Il numero dei deceduti oggi è arrivato a 21.067, in aumento, poiché è stato di 602, circa 40 in più rispetto alle ultime 24 ore.


La maggior parte dei dati sopra riassunti riguarda la Lombardia, dove i positivi sono adesso 61.326, con 1.012 contagiati nelle ultime 24 ore a fronte di 3.778 tamponi (214.870 i test in totale). I decessi salgono oggi a 11.142, 241 persone morte in più da ieri. Sale anche il numero dei pazienti ricoverati, oggi a 12.077 (+49), mentre cala quello dei pazienti in terapia intensiva: 1.122 persone, 21 in meno da ieri. I dimessi sono 17.821, 343 in più da ieri.


Nel frattempo, molte regioni annunciano o mettono in atto misure "personalizzate" per il lockdown, reinterpretando in base ai poteri dei propri presidenti le direttive a livello nazionale. 

Il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, aveva annunciato di aver leggermente allentato le misure di "clausura" ed oggi ha parlato di parcheggi dei rifugi di montagna pieni di auto e di interventi del Soccorso alpini per aiutare persone in difficoltà in montagna. «Non si va al mare e non si va in montagna. Aspetto ancora 24 ore – ha detto Zaia – e se mi arrivano foto di chi pensa di fare scampagnate, dico che così non funziona. Se per caso ci viene la tentazione di fare più passi pensate ai bambini immunodepressi, ai bambini leucemici, agli oncologici che non sono solo anziani e pensate anche agli anziani che hanno diritto di vivere in salute e non devono pagare dazio perché qualche irresponsabile è riuscito a diventare il vettore del virus».


Sull'autonomia delle regioni il ministro Boccia aveva detto che «se in questi 45 giorni di emergenza sanitaria siamo riusciti a mantenere un difficilissimo coordinamento operativo, senza precedenti nella storia, tra il governo, i 21 sistemi territoriali sanitari regionali diversi e migliaia di enti locali ed ospedali, lo dobbiamo a tutto il personale e ai volontari della Protezione civile, nazionale e di tutte le sedi regionali».

Successivamente, in una intervista al Corriere, aveva raccomandato prudenza: «Siamo nella fase in cui vediamo le prime luci e dobbiamo difendere i risultati raggiunti. Capisco la voglia di uscirne, ma i numeri ci dicono che siamo ancora dentro l’emergenza. Se fai un errore distruggi settimane di sacrifici di tutti. Senza salute non c’è economia».

Autore Rino Mauri
Categoria Cronaca
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