Reporters sans frontières  -  In risposta al numero senza precedenti di giornalisti uccisi e alle altre ripetute violazioni della libertà di stampa da parte delle autorità israeliane dall'inizio della guerra con Hamas, Reporter Senza Frontiere (RSF) e altre 59 organizzazioni chiedono all'Unione Europea di sospendere l'accordo di associazione con Israele e di adottare sanzioni mirate nei confronti dei responsabili.

RSF e le altre 59 organizzazioni hanno chiesto queste misure urgenti in una  lettera congiunta indirizzata all'Unione Europea mentre i suoi ministri degli Esteri si preparano a incontrarsi a Bruxelles il 29 agosto.

Nella lettera si afferma che le uccisioni e le altre violazioni della libertà dei media, perpetrate in violazione degli obblighi di Israele in materia di diritti umani e di diritto internazionale umanitario, dovrebbero comportare la sospensione dell'accordo di associazione UE-Israele e ulteriori sanzioni mirate da parte dell'UE nei confronti dei responsabili.

“È tempo di passare dalle condanne verbali ai fatti", ha dichiarato Julie Majerczak, responsabile dell'ufficio RSF di Bruxelles. "L'articolo 2 dell'accordo di associazione UE-Israele stabilisce che le loro relazioni si basano su una componente essenziale, che è il rispetto dei diritti umani e dei principi democratici. Il governo israeliano sta chiaramente calpestando questo articolo. L'UE, che è il principale partner commerciale di Israele, deve trarre le dovute conclusioni da ciò e deve fare di tutto per garantire che il governo Netanyahu smetta di massacrare giornalisti e rispetti il ​​diritto all'informazione e alla libertà di stampa aprendo l'accesso dei media a Gaza. La credibilità dell'UE è in gioco".

RSF e le altre 59 organizzazioni che hanno firmato la lettera esortano inoltre i leader dell'UE a chiedere in modo inequivocabile e pubblico a Israele di soddisfare le seguenti richieste in materia di libertà di stampa:

  • fornire l'accesso e sostenere la libertà di segnalazione,
  • proteggere la vita dei giornalisti,
  • garantire la responsabilità e porre fine all’impunità.

Oltre 130 giornalisti e professionisti dei media palestinesi sono stati uccisi dalle forze armate israeliane a Gaza dal 7 ottobre. Almeno 30 di loro sono stati uccisi nel corso del loro lavoro, tre giornalisti libanesi e un giornalista israeliano sono stati uccisi anche nello stesso periodo, che è stato il più mortale per i giornalisti da decenni. Le organizzazioni che hanno firmato la lettera sottolineano che l'uccisione mirata o indiscriminata di giornalisti, commessa deliberatamente o sconsideratamente, è un crimine di guerra.  

Le uccisioni di giornalisti sono state aggravate dal divieto totale di accesso dei media indipendenti a Gaza (ad eccezione di alcuni reporter integrati nell'esercito israeliano); da un numero record di detenzioni arbitrarie di personale dei media; da accuse di tortura e maltrattamenti nei confronti dei giornalisti; dalla censura e da gravi restrizioni alla libertà di stampa; e dall'incapacità di indagare o di chiamare a risponderne gli autori. 


Per l'Italia, la lettera è stata firmata dalla FNSI, Federazione Nazionale della Stampa Italiana), cui si rimanda per la versione in italiano della lettera...