Ischgl è una località sciistica nella valle di Paznaun, situata nella parte più occidentale dell'Austria è a metà strada tra Germania, Svizzera, Italia e Liechtenstein. Oltre che per skilift, funivie e piste, Ischgl è nota anche per le sue attività post sciistiche, tanto che qualcuno la definisce come l'Ibiza delle nevi. Una caratteristica che l'ha fatta diventare uno dei più importanti focolai Covid d'Europa.

Per le prossime festività natalizie, l'Austria vuole riaprire i suoi impianti sciistici, includendo anche Ischgl, nonostante la pandemia, l'Italia no... ma se almeno tutti i Paesi europei (la Svizzera non fa parte dell'Ue) non adotteranno una strategia comune, sarà difficile contenere il contagio e quanto fatto finora per abbassarne i numeri diverrebbe inutile.

Secondo gli esperti, infatti, consentire l'apertura delle piste da sci in questo momento contribuirebbe a far riprendere il contagio da coronavirus.

Per tale motivo il premier Conte ha chiesto all'Europa di intervenire sul problema, imponendo ai Paesi dell'Unione di seguire un'unica strategia. Va aggiunto anche che Parigi è sulla stessa lunghezza d'onda di Roma.

La Germania, che fino al 31 dicembre detiene la presidenza del Consiglio dell'Unione europea, ha accolto l'appello dell'Italia e chiederà formalmente che l'Europa vieti le attività sciistiche, e quelle ad esse collegate, almeno fino all’inizio di gennaio. 

“Dobbiamo ancora fare molti sforzi - ha detto la cancelliera Merkel - perché il numero di contagi giornalieri è ancora troppo alto”.

L’Austria, il cui Pil è più di altri Paesi condizionato dal turismo invernale, la pensa diversamente e il cancelliere Sebastian Kurz non ha intenzione di chiudere gli impianti delle sue località sciistiche: “Penso che andare a fare sci alpinismo non sia più pericoloso del fare running”, ha dichiarato ieri. “Le vacanze invernali in Austria saranno sicure. Le nostre località dispongono già di procedure di sicurezza complete per le vacanze sulla neve”, ha poi ribadito la ministra del turismo austriaco, Elisabeth Kostinger.

Adesso la palla passa a Bruxelles e non resta che attenderne la decisione.