Ai microfoni di Radio Rai 3 parla il professor Vincenzo Musacchio criminologo e docente negli Stati Uniti: «Non si cambia un sistema soltanto per gli abusi di qualcuno. Bisognerebbe punire chi abusa e non restringerne l’uso. È un problema di soggetti non di oggettività». 

L’attuale sistema delle intercettazioni funziona, per cui, non credo sia necessario limitarne così fortemente l’uso. Sarebbe più saggio e congruo punire gli abusi.

Non penso sia necessario ridurre i tempi ed il novero dei delitti per i quali sono consentite le intercettazioni. La forte stretta voluta dal Governo restringerà notevolmente le modalità di indagine e di conseguenza la loro efficacia nella ricerca della prova.

Un “regalo” a chi delinque che avrà conseguenze deleterie nelle indagini e quindi nei processi anche per i delitti di particolare gravità  come le estorsioni, le rapine, gli omicidi e addirittura per alcuni delitti previsti dal Codice Rosso.

La disciplina attuale prevista per gravi reati come quelli di mafia e terrorismo non va toccata e non andrebbe modificata neanche quella che riguarda i cd. “reati spia” dei delitti testé menzionati.

Mi sono occupato di intercettazioni per molti anni e quell’esperienza mi dice che è importantissimo saper organizzare il lavoro di intercettazione.

Chi le dispone e chi le attua dovrebbero essere formati al rispetto dei diritti fondamentali della persona umana e delle garanzie, dell’etica e della deontologia professionale cosa che, purtroppo, per la mia esperienza non sempre accade.