Johnson ha illustrato il piano preparato dal Governo su come affrontare la fase 2 nel Regno Unito
Il premier britannico Boris Johnson ha iniziato alle 19 ora locale l'annunciato discorso per informare la nazione sulla modalità decise dal Governo per dosare le misure di confinamento e distanziamento sociale in Gran Bretagna per fronteggiare l'emergenza coronavirus.
Johnson, abbandonata ogni forma di spavalderia dopo aver sperimentato in prima persona la pericolosità della Covid, ha illustrato la bozza di una tabella di marcia all'insegna della prudenza, da discutere in Parlamento, con le indicazioni per un progressivo e graduale ritorno alla normalità. Non ha, però, dimenticato di far notare che la cruda realtà rappresentata dal Sars-CoV-2 non consente di fare piani e promesse certe, perché in qualsiasi momento potrebbe essere necessario riattivare il lockdown, in presenza di un improvviso picco nei casi di contagio.
Prima di tutto Johnson ha ringraziato i britannici per aver sopportato le restrizioni alla propria libertà per quasi due mesi, cosa che mai era accaduta prima d'ora, e tutte le difficoltà ad essa associate, definendo il coronavirus la minaccia più feroce che il Paese abbia mai affrontato.
"E sebbene il bilancio delle vittime sia stato tragico e la sofferenza immensa- ha poi aggiunto - e ci rattristiamo per tutti quelli che abbiamo perso, è un dato di fatto che adottando tali misure, abbiamo impedito a questo Paese di essere inghiottito in ciò che avrebbe potuto essere una catastrofe ben peggiore, con uno scenario di previsione fino a mezzo milione di vittime".
Per questo, sarebbe folle adesso gettare al vento i successi ottenuti nel contenere il numero di vittime, consentendo un secondo picco di contagi.
E dopo i ringraziamenti, che non hanno dimenticato anche il Servizio Sanitario Nazionale, Johnson è passato ad illustrare la bozza del suo piano che da lunedì verrà discusso alla Camera dei Comuni, aggiungendo anche di voler procedere in accordo con Scozia, Galles e Irlanda del Nord. In base alle legislazione vigente, i tre Paesi sopra citati, in relazione all'emergenza Covid, potrebbero applicare misure diverse da quelle decise da Londra.
Cinque sono le condizioni che dovranno essere soddisfatte per porre fine alle misure di confinamento, ed al riguardo il premier britannico ha annunciato la creazione di un "Covid Alert System" con cinque livelli di allerta dove il numero più alto rappresenta il livello più critico, quello in cui il SSN non sarebbe più in grado di porre rimedio alla pandemia, sottolineando che nei giorni precedenti il Regno Unito abbia raggiunto il livello quattro, mentre adesso è al livello tre.
Che cosa rimane da fare adesso nel Regno Unito? Trovare i contagiati, tracciarne i contatti e provvedere all'isolamento... oltre a tornare ad una progressiva normalità.
Chi può lavorare da casa deve continuare a farlo, gli altri devono poter tornare a svolgere la loro attività, seguendo le nuove linee guida che il Governo ha tracciato per le aziende, in modo da rendere sicuri i luoghi di lavoro.
Anche le persone, da mercoledì, potranno avere maggiore libertà di movimento, ma saranno più rigidi i controlli per verificare che vengano realmente applicate le misure di distanziamento sociale.
Il tasso attuale di contagiosità del coronavirus in Gran Bretagna è al di sotto di 1, con differenze tra varie aree che oscillano tra lo 0,5 e lo 0,9.
Le scuole riapriranno, gradualmente, dal 1 giugno. Chi arriverà nel Regno Unito sarà sottoposto ad un periodo di quarantena ed i servizi di ospitalità potranno iniziare a riaprire a partire dal mese di luglio.
Johnson ha concluso il suo discorso ricordando che il piano potrà procedere in base all'andamento del livello di allerta. Se il contagio dovesse riprendere, le date fissate per la ripresa, semplicemente, verrebbero rinviate. Adesso l'importante è salvare vite umane.