Viene definito con l'espressione "spear fishing", pesca subacquea, il tentativo degli hacker informatici di ingannare le proprie vittime per acquiserne nome utente e password tramite un sito web falso, ma perfettamente identico all'originale. A quale scopo? Rubare gli account che sono stati utilizzati sul vero sito o, magari, che sono stati utilizzati anche per accedere a siti diversi ma di uso comune, come social network, servizi di posta elettronica, messaggistica ecc.
Questo è quanto ha dichiarato di aver scoperto Microsoft in relazione a due siti che fanno riferimento a due "think tank" statunitensi che si occupano di politica, International Republican Institute e Hudson Institute, i cui utenti sono stati reindirizzati a siti fasulli dove gli veniva chiesto di immettere nome utente e password.
L'International Republican Institute ha tra i suoi membri personaggi di primo piano del partito repubblicano, tra cui il senatore dell'Arizona John McCain, che ha spesso criticato i rapporti del presidente americano Donald Trump con la Russia.
L'Hudson Institute è un altro think tank conservatore, che però in passato è stato critico nei confronti del governo russo, secondo quanto riportato dal New York Times.
Secondo Microsoft, questi tentativi sono riconducibili al governo russo. Microsoft ha dichiarato che la sua unità che si occupa di crimini informatici (DCU) ha agito su mandato del tribunale prendendo il controllo di sei domini internet creati da un gruppo noto con vari appellativi, tra cui Strontium, Fancy Bear e APT28, già associato in passato al governo russo.
Da parte delle autorità russe non ci sono stati al momento commenti, anche se finora il Cremlino ha sempre respinto le accuse che gli sono state rivolte di aver fatto ricorso ad hacker per influenzare le elezioni e le opinioni politiche degli elettori degli Stati Uniti.
Infine, va ricordato che questo tentativo sventato da Microsoft è a ridosso delle cosiddette elezioni di medio termine in cui gli americani sono chiamati a rinnovare molti dei seggi del Congresso, con i repubblicani che a novembre vedono messa a rischio l'attuale ma risicatissima maggioranza al Senato.