Dopo aver ricevuto e valutato i bilanci previsionali dei vari Stati membri dell'unione monetaria, comprese le eventuali note di chiarimento richieste, la Commissione europea ha emesso un comunicato in cui riassume le proprie valutazioni.

Belgio, Italia, Austria, Portogallo e Slovenia sono i cinque paesi a destare maggiore preoccupazione. Nel caso dell’Italia, il problema riscontrato è il persistere dell’elevato debito pubblico.

Per tale motivo, il vicepresidente Dombrovskis e il Commissario Moscovici hanno inviato una lettera al ministro dell'Economia Padoan informandolo che nella primavera 2018 la Commissione intende rivedere la conformità dell'Italia agli obbiettivi di riduzione del debito.

Quindi, probabilmente, per evitare polemiche durante la prossima campagna elettorale, i "conti" che riguarderanno il nostro Paese sono rimandati di alcuni mesi.

Nella lettera inviata a Padoan, Dombrovskis e Moscovici fanno un una lunga premessa per indorare la pillola, parlando delle numerose riforme fatte finora dall'Italia e dai suoi sforzi per adeguarsi alle direttive Ue ed uscire dalle procedure di debito eccessivo. Poi, arrivano al dunque: la "vulnerabilità" del nostro Paese in relazione all'eccessivo debito pubblico.

Pertanto, Bruxelles chiede un maggior calo nel rapporto debito/Pil, utilizzando ulteriori misure rispetto a quelle contenute nella legge di bilancio, poiché il criterio di riduzione del debito non è stato rispettato dall'Italia né per il 2017, né per il 2018.

La Commissione valuta dello 0,1% e non dello 0,3% come richiesto, la riduzione del deficit strutturale 2018, chiedendo di conseguenza a Padoan nuove misure di aggiustamento pari a 0,2 punti percentuali, analogamente a quanto accaduto la scorsa primavera per i conti 2017, per una cifra intorno ai 3,4 miliardi di euro.

La differenza di valutazioni tra governo e Commissione riguarda in particolare la crescita 2018 con il rapporto debito/pil che per Bruxelles sarà inferiore al 3,1% rispetto alle stime della Nota di aggiornamento del Def.

Tra le perplessità relativa alla crescita italiana, la Commissione elenca gli investimenti inferiori ai livelli pre-crisi, la produttività al di sotto delle aspettative, i rischi di un potenziale rallentamento della domanda estera e possibili ulteriori problemi collegati al sistema bancario.