Pochi giorni fa, su La7, Federico Rampini, o come divebbe lui Fedevico Vampini -  quel tizio che fa il giornalista ultimamente per il Corriere e immancabilmente staziona giorno e notte su radio e tv vestito come un pagliaccio ma senza indossare però il classico naso rosso da clown - ha dichiarato (testuali parole) che 

"se Erdogan potesse salvare attraverso lo sblocco delle vie del grano milioni di vite umane in Nord Africa e in Medio Oriente, forse alla fine quel prezzo si rivelerebbe un prezzo doloroso, ma accettabile".

Qual è il prezzo di cui parlava Rampini? Consegnare alla Turchia, da parte di Svezia e Finlandia, i curdi rifugiatisi in quei due Paesi, a seguito del placet di Ankara al loro ingresso nella Nato. In pratica, secondo la logica di Rampini, qualunque cosa chieda la Turchia per supportare (limitatamente) Kiev nella guerra contro la Russia deve essere accettata sempre e comunque, anche - come nel caso da lui ipotizzato - sulla pelle di decine di migliaia di curdi.

Rampini appartiene a quella schiera di pseudo intellettuali (infatti non è chiaro quale sia l'associazione d'idee tra intellettuale e Rampini,  accusato dai suoi stessi colleghi di limitarsi a tradurre ciò che scriveva il New York Times nelle sue corrispondenze dagli Stati Uniti per Repubblica) che si dilettano a classificare come putiniano chiunque parli dell'invasione russa dimenticandosi di insultare Putin una parola sì e l'altra pure. 

L'invasione russa che gli ucraini riescono a contrastare solo perché agli americani interessa che l'Ucraina non cada sotto il controllo di Mosca, si riduce di fatto ad una questione di diritti umani. Il popolo ucraino combatte, e non ha paura di morire, per la propria indipendenza e la propria libertà.

Rampini ritiene, per gli ucraini, che tali diritti debbano essere rispettati, esaltati e supportati.  Bene. Ma perché allora non dovrebbero esserlo anche per i curdi? Perché i curdi dovrebbero invece essere carne da macello per soddisfare le follie nazionaliste del dittatore turco con il genocidio dei curdi che sta compiendo adesso nel nord dell'Iraq, dopo quello compiuto nel nord della Siria? E perché un personaggio che afferma impunemente tali oscenità come quella riportata in precedenza dovrebbe continuare a fare l'opinionista, probabilmente pure pagato? 

E più in generale, perché il rispetto dei diritti umani deve valere solo per gli ucraini e non per i curdi o, ad esempio, i palestinesi? Ma ad una domanda tanto semplice, Rampini, anzi Vampini, "non è in gvado di vispondeve".