Lo scorso febbraio, il presidente tunisino Kais Saied ha tenuto un discorso in cui lanciava l'allarme al Paese per l'esistenza di un piano per cambiare la "composizione demografica" della Tunisia, per trasformarla in uno dei tanti Paesi africani che non appartiene più alle nazioni arabe e islamiche. In che modo? A causa di "orde di migranti irregolari provenienti dall'Africa sub-sahariana" che erano arrivate in Tunisia, portando con sé tutto ciò che comporta: "violenza, criminalità e pratiche inaccettabili".

Ma non vi ricorda qualcuno? Ma certo! Sono le stesse identiche frasi che a qualche centinaio di chilometri di distanza pronunciano i nazionalisti italiani, quelli che costituiscono la maggioranza di estrema destra a sostegno dell'esecutivo di Giorgia Meloni.

Va però dato atto a Kais Saied di mettere in pratica di più e meglio di quanto si tenti di fare in Italia il razzismo nei confronti dei neri dell'Africa sub-sahariana. Alcuni giorni fa, a Sfax, dopo delle violenze che hanno dato il via a quella che potremmo definire una vera e propria caccia al nero, le forze dell'ordine tunisine, hanno iniziato rastrellare i migranti per trasferirli al confine con la Libia, in una terra di nessuno, senza cibo né acqua, buttati lì come se fossero degli oggetti di cui disfarsi.

In questo clima, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, durante un evento a Roma in cui ha incontrato il commissario  alla Promozione dello stile di vita europeo Margaritis Schinas a Roma, ha annunciato soddisfattissimo la firma tra la Commissione europea e la Tunisia  di "un accordo che sostanzialmente è un impegno finanziario, parte di una strategia europea [che] permetterà alla Tunisia di poter affrontare con maggior serenità le riforme necessarie, di essere protagonista nella lotta contro i trafficanti di esseri umani, di poter crescere".

In pratica, l'Europa, con il supporto dell'Italia, darà al quasi dittatore Saied dei soldi e fornirà garanzie al Fondo Monetario Internazionale per sbloccare un prestito alla Tunisia, affinché questi non faccia partire i migranti dalle sue coste e si prenda in carico quelli (africani) respinti dall'Italia.

"Non anticipiamo il contenuto di ciò che sarà affrontato nella riunione a Tunisi, le discussioni sul memorandum d'intesa sono ancora in corso", ha spiegato la portavoce della Commissione Ue, Dana Spinant, ma è quasi certo che quanto sopra anticipato, ovviamente riassunto in maniera il men possibile diretta e brutale, è ciò che domenica la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, la premier Giorgia Meloni e il primo ministro olandese Mark Rutte sigleranno nel Memorandum d'intesa con il presidente Kais Saied.

Oggi ci si preoccupa della possibile deriva fascista dell'Ue a seguito delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo del prossimo anno... ma non se ne comprende il motivo, visto che già adesso l'Ue si appresta a fare quello che ci si attenderebbe da una Commissione guidata da un/una fascista.