Dopo il primo turno, il ballottaggio per diventare nuovo presidente della Repubblica francese sarà tra il presidente uscente Macron, che ha ottenuto il 27,6% delle preferenze e la sfidante Marine Le Pen che invece si è assicurata il 23,41%. L'altro candidato che fino all'ultimo ha avuto la possibilità di sfidare Macron è stato Jean-Luc Mélenchon, rappresentante della sinistra radicale, che ha ottenuto il 21,95% dei voti.

Quindi, tra due settimane, ai francesi si riproporrà, come nel 2017, la possibilità di scegliere tra un candidato fintamente socialista e una candidata convintamente sovranista.

Un sondaggio (Ifop) prevede una seconda votazione il cui esito favorirebbe Macron, ma con uno scarto risicato del tipo 51% contro 49%. Per Elab lo scarto sarebbe invece tra il 52% e il 48%. Un altro sondaggio (Ipsos), invece, vede una vittoria di Macron più netta, con l'attuale presidente che al ballottaggio raggiungerebbe il 56% dei voti.

Entrambi i candidati prometteranno agli elettori ciò che non potranno mantenere, dal punto di vista di sostegni economici, ma chi andrà alle urne lo farà anche per non far vincere una candidata, come la Le Pen, che viene considerata semplicemente fascista. Mélenchon, ad esempio, pur non appoggiando Macron e senza neppure rammentarlo, ha detto ai suoi sostenitori che non un solo voto dovrà andare all'estrema destra.

Macron fa il prudente e già nelle prossime ore comincerà a viaggiare in lungo e in largo per tutto il Paese iniziando dal profondo nord dell'Hauts-de-France, dove la Le Pen ha ottenuto il 33% dei voti, per poi recarsi a Strasburgo, dove ad aver avuto maggior successo è stato invece Melenchon.

In base alle fasce di età, la maggioranza dei giovani francesi, tra i 18 e i 24 anni, ha votato per Jean-Luc Mélenchon. Marine Le Pen ha avuto maggior successo tra i 35-64enni, mentre Macron è andato meglio tra gli over 65.

Tra i temi che caratterizzeranno il dibattito politico in Francia nelle prossime due settimane, vi sarà anche quello della guerra in Ucraina, visti i legami della Le Pen con il Cremlino. Sebbene la candidata sovranista abbia condannato la guerra di Putin, innegabili sono i suoi precedenti contatti con il presidente russo, senza dimenticare che il suo partito si è pure fatto finanziare dalla Russia.