In una una intervista a Radio Anch'io, su Radio 1, questo martedì il presidente del rinnovato Movimento 5 Stelle ha parlato della sua collocazione alle prossime politiche e dei suoi rapporto con il Partito Democratico, descrivendo il campo largo di Letta un campo di battaglia.
"Mi vien da dire, a proposito del Pd", ha sottolineato Conte, "che chi di arroganza ferisce di arroganza perisce. Vedi un po’ Calenda"...
Pertanto, il campo giusto di Conte andrà da solo, enfatizzando i temi che hanno caratterizzato i 5 stelle in questa legislatura, non ultimo l'ambiente, considerando l'attuale situazione che si registra in Italia, di cui la siccità al nord è solo la punta dell'iceberg.
E se il Pd, abbandonato da Calenda dovesse cambiare idea?
"Noi siamo persone serie", ha detto Conte. "Non c’è nessuna alleanza strutturale ma è possibile un dialogo fondato sui temi. Il Pd non può pensare di umiliare, di mancare di rispetto agli alleati e poi, se si trova in difficoltà, di tornare da noi e fare cartelli elettorali. Il Pd deve assumersi le sue responsabilità. Deve spiegare ai suoi elettori perché si è comportato come una qualsiasi Forza Italia o Lega, spingendo fuori il M5s. Deve spiegare perché ha accettato persone come Fratoianni che non hanno mai votato la fiducia a Draghi [Sinistra italiana era all'opposizione del governo Draghi, ndr], ma ha escluso noi. Deve spiegarlo ai suoi elettori".
E sulla fine del governo Draghi, Conte, giustamente, ha fatto notare che nessuno lo ha sfiduciato, ma piuttosto che l'ex banchiere ha fatto di tutto per andarsene.