Polemiche e disaccordi alla prima sessione plenaria che EuroLat (European-Latin American Parliamentary Assembly) ha tenuto dopo la pandemia.

Il 13 e 14 aprile si sono riuniti a Buenos Aires 150 esponenti dei due continenti, parlamentari UE e deputati degli organismi parlamentari dell’America Latina, dal Parlasur al Congresso messicano. Lo slogan della seduta era “Una ripresa economica equa ed inclusiva, nella pace”, ma fin dal discorso di apertura la vicepresidente argentina Cristina Fernández de Kirchner ha provocato grosse polemiche con i suoi riferimenti alla guerra delle Falkand/Malvine del 1982 e alla disapplicazione del diritto internazionale da parte della grandi potenze.

Dobbiamo “ripensare seriamente al mondo in cui desideriamo vivere”, ha detto, e gli altri temi che ha toccato e i toni che usato hanno indotto alcuni parlamentari europei a lamentarsi ufficialmente con i vertici EuroLat.

L’altra vicenda che ha spaccato l’assemblea è stata la mancata approvazione di una mozione di condanna verso la Russia: i deputati sudamericani volevano sottolineare la protezione dei diritti umani, il dialogo per la pace e i problemi sociali connessi al conflitto, mentre quelli europei volevano inserire formule pesanti come quella sulla chiamata a rispondere delle responsabilità per i crimini di guerra perpetrati dall’esercito russo.

Alla fine non si è avuto nessun consenso abbastanza largo, così un testo è stato adottato dai due copresidenti dell’EuroLat senza la votazione.