Su Radio 24 è andata in onda l'intervista di un ristoratore di Silvi Marina, che, casualmente è stato avvertito della valanga che ha investito l'Hotel Rigopiano subito dopo che il fatto era accaduto. Il suo chef era in vacanza insieme alla moglie e alla figlia in quell'hotel.
Tutti gli ospiti, dopo aver saldato il conto, erano nella hall in attesa che arrivasse uno spazzaneve a liberare la strada e consentisse loro di tornare alle proprie case. Neve e terremoto erano troppo per una vacanza.
La moglie dello chef si era appena sentita poco bene ed il marito era appena uscito dall'hotel per prenderle qualcosa che era in auto. Ha assistito all'arrivo della valanga e al compiersi della tragedia. Per telefono ha subito informato Quintino Marcello, per l'appunto il ristoratore di Silvi Marina, affinché chiedesse soccorso e facesse arrivare gli aiuti il prima possibile.
Lui, dopo aver telefonato a tutti i numeri di pronto intervento possibili ed immaginabili, dopo un'ora e mezzo è stato ricontattato da un operatore della Protezione Civile che finalmente ha preso sul serio la sua telefonata. I primi soccorritori sono arrivati all'albergo solo nella notte, utilizzando sci e pelli di foca. Hanno trovato solo due persone vive.
Prima della valanga che ha distrutto e sepolto tra neve, alberi e roccia l'Hotel Rigopiano, vi era erano state delle violente scosse di terremoto tra le province di Rieti e L'Aquila che per quattro volte hanno rischiato di raggiungere una magnitudo che per quell'area si è dimostrata più che distruttiva. Terremoto che ha solo interrotto per qualche ora l'emergenza causata dalla neve in Abruzzo che in alcune zone ha raggiunto persino i tre metri di altezza. Senza dimenticare che anche le zone colpite dai terremoti inizati il 24 agosto sono state anch'esse ricoperte di neve.
La nevicata ha provocato l'interruzione di strade, quella della corrente elettrica e, in alcuni casi, anche della fornitura di acqua. Interi paesi si sono trovati isoltai con le abitazioni al gelo, senza acqua né cibo. E che dire dei terremotati che per non lasciare le fattorie con gli animali nelle stalle, almeno quelle che non erano crollate, che dovevano essere nutriti e per questo abitavano in strutture di fortuna e si sono improvvisamente trovati isolati senza avere neppure un tetto sopra la testa?
Solo a raccontarlo sembra di scrivere la sceneggiatura di un film appartenente al genere catastrofico. Invece è tutto drammaticamente reale.
In Italia, quando cè una catastrofe, dobbiamo sempre necessariamente trovare un colpevole. Anche questa volta non era possibile esimersi dalla tradizione. Sul banco degli imputati è così finita la Protezione Civile i cui interventi sono stati giudicati inadeguati, oltre che tardivi.
Ed allora ecco la risposta della Protezione Civile alle accuse.
In seguito alle quattro forti scosse che ieri hanno interessato il Centro Italia tra Lazio e Abruzzo, il sistema di protezione civile, già attivo sul territorio per l’emergenza neve, è prioritariamente impegnato nelle attività di soccorso e assistenza alla popolazione.
Sono quasi settemila le forze dispiegate sui territori colpiti, tra gli appartenenti alle diverse strutture operative, ai centri di competenza tecnico scientifica e alle aziende erogatrici di servizi essenziali. A questi si aggiunge tutto il personale delle amministrazioni statali e di quelle delle aree interessate dal sisma, delle associazioni di volontariato regionale e locale, delle organizzazioni nazionali di volontariato (attive per l’emergenza neve: Anffvc, Ana, Anpas, Cisom, Cri, Fir-cb, Misericordie, Modavi, Prociv Arci, Corpo Aib, Cnsas) e delle colonne mobili attivate dalle altre Regioni (Province autonome di Trento e Bolzano, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto). I mezzi di soccorsi complessivamente impegnati sono circa tremila.
Una squadra composta da uomini e mezzi dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Alpino e Speleologico, del 118, della Polizia, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, presente con unità cinofile, è impegnata da molte ore su una slavina che ha colpito l’Hotel Rigopiano, nel comune di Farindola (Pescara). Si tratta nel complesso di 135 uomini e 25 mezzi, al lavoro ininterrottamente in una situazione di difficoltà estrema. Al momento sono due le vittime accertate dalla Prefettura di Pescara, che si aggiungono alla vittima estratta ieri dai Vigili del Fuoco da un edificio crollato a Castel Castagna a Teramo.
Nella frazione Ortolano di Campotosto, dove sono ancora in corso attività di ricerca di un disperso, oggi è stata portata a termine l’evacuazione della popolazione, disposta dal Sindaco preoccupato per le condizioni generali di sicurezza. La situazione critica si è risolta positivamente grazie a un intervento congiunto di mezzi aerei e squadre a terra dei Vigili del Fuoco e della Guardia di Finanza. Circostanze di questo tipo, caratterizzate da piccole o piccolissime frazioni rimaste isolate, sono particolarmente numerose nelle Marche e in Abruzzo, dove si sta procedendo sulla base di segnalazioni di casi critici e verifiche puntuali.
Parallelamente alle attività di soccorso e assistenza, proseguono le attività tecniche per il ripristino dei servizi legati alla viabilità e all’erogazione dell’energia elettrica. Il manto nevoso straordinario impedisce infatti la circolazione ordinaria su molte strade statali, provinciali e regionali, mentre sono migliaia le disalimentazioni su cui i tecnici lavorano senza sosta per garantirne il ripristino quanto prima (al momento 77mila in Abruzzo e 8.500 nelle Marche).
Le abbondanti nevicate e i forti venti dei giorni scorsi hanno continuato a interessare le aree del cratere sismico anche oggi, aggravando lo scenario delle operazioni. Sulla base delle previsioni meteo, cesseranno definitivamente entro la giornata di domani.
Una serie di eventi eccezionali e contemporanei ha causato una situazione del tutto imprevedibile, impossibile da fronteggiare dando soddisfazione immediata a chi chiedeva aiuto, a causa dell'intensità e dell'estensione dei vari fenomeni.
Per una volta, evitiamo di gettare la croce addosso a chi di responsabilità non ne ha. Tutto a posto, allora? Evidentemente no. Dal 24 agosto al 18 gennaio sono passati cinque mesi ed il piano per fornire moduli abitativi ai terremotati è in ritardo. Pazienza per coloro che sono ricoverati negli alberghi della costa. Il problema vero però riguarda le molte famiglie di contadini e allevatori che per ragioni pratiche non potevano abbandonare le loro coltivazioni ed i loro animali. Costoro avrebbero dovuto ricevere entro un mese, due al massimo, tutto il supporto minimo necessario per continuare a lavorare nei pressi delle loro case distrutte dal sisma. Invece, non hanno ricevuto aiuti se non di poco conto. Quasi sempre hanno dovuto arrangiarsi da soli, e con l'ultima emergenza causata da terremoto e neve per loro è stata durissima.
A quelle persone si sarebbe dovuta dare un'assistenza diversa, ma non è stato fatto. Se vogliamo trovare una vera mancanza e dei colpevoli per tutto quello che è successo, anche per evitare che ciò accada di nuovo, potremo concentrarci su questo problema, l'unico che realmente poteva essere evitato.