Scintille tra Erdogan e Renzi. Minacciate le relazioni diplomatiche tra Italia e Turchia
Lucia Goracci ha intervistato in esclusiva, per RaiNews 24, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Molti sono stati i punti interessanti dell'intervista, a partire dalla polemica con l'Europa sul mancato rispetto dei diritti umani, sul diritto della Turchia di reintrodurre la pena di morte, sui profughi ospitati in Turchia utilizzati come strumento di ricatto nel caso in cui l'Europa non liberalizzi il visto per i Turchi che vogliano andare in Europa.
Ma l'aspetto dell'intervista che ha sollevato più polemiche è stato quello in cui Erdogan polemizza con l'Italia, nello specifico la procura di Bologna, che ha avuto l'ardire di indagare suo figlio per riciclaggio!
Queste le parole di Erdogan: «Questa vicenda potrebbe mettere in difficoltà persino le nostre relazioni con l'Italia. Mio figlio è un uomo brillante e viene accusato di riciclaggio di denaro... che si occupino della mafia in Italia non di mio figlio! Questa vicenda potrebbe mettere in difficoltà persino le nostre relazioni con l'Italia.»
A questo punto non potevano mancare le reazioni ufficiali del nostro paese con il ministero degli Esteri che ha rilasciato il seguente comunicato stampa: "A proposito delle dichiarazioni del Presidente Erdogan, la Farnesina sottolinea come in Italia sia in vigore lo stato di diritto e il pieno rispetto dell'autonomia della magistratura.
Magistratura che insieme alle forze dell'ordine è impegnata con successo nel contrasto alla mafia e non ha certo bisogno per farlo dell'incoraggiamento da parte di alcuno.
Quanto ai rapporti tra Europa e Turchia, la Farnesina ribadisce la ferma condanna del tentativo di colpo di stato del 15 luglio e conferma la preoccupazione comune all'intera Europa per gli accadimenti in corso."
Ma non poteva neppure mancare la risposta del presidente del consiglio Matteo Renzi che, via social, fa sapere, quasi in tono epico, che "in Italia c'é (l'accento errato è nell'originale del post, ndr.) una magistratura autonoma e indipendente che agisce secondo le leggi e e che combatte tutte le forme di illegalità.
I giudici rispondono alla Costituzione italiana e non al Presidente turco.
Chiamiamo questo sistema Stato di diritto e ne siamo orgogliosi."
Per la cronaca, il figlio di Erdogan, Bilal, è iscritto dal 2007 alla John Hopkins SAIS presente a Bologna e l'indagine che lo vede protagonista suo malgrado è partita da un esposto presentato alla fine del 2015 da Murat Hakan Huzan, un oppositore politico del presidente turco rifugiatosi in Francia. Il figlio di Erdogan ha lasciato l'Italia a marzo di quest'anno.