L'Iran conferma di non voler rinunciare alla risposta militare contro Israele, mentre Hamas chiede che si attui il cessate il fuoco su quanto concordato da Qatar, Egitto e... Stati Uniti
Il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani, rispondendo agli inviti di ieri di Gran Bretagna, Francia e Germania, ha affermato che la Repubblica islamica è determinata a difendere la propria sicurezza nazionale e la propria sovranità, rimarcando che il Paese non ha bisogno di ottenere il permesso da nessuno per esercitare i propri diritti.
Kanaani, nella sua dichiarazione ha fatto notare come l'occidente si preoccupi in relazione alla risposta dell'Iran all'aggressione israeliana, mentre continua a non prendere provvedimenti contro le azioni di Israele che compie omicidi in altri Strati e continua il genocidio a Gaza:
"Se i paesi menzionati vogliono davvero la pace e la stabilità nella regione, dovrebbero almeno una volta opporsi all'avventurismo del regime dell'apartheid e cercare di porre fine alla guerra a Gaza e all'uccisione di donne e bambini", ha affermato il portavoce.
I contenuti della dichiarazione di Kanani non sono diversi da quelli che il nuovo presidente dell'Iran, Masoud Pezeshkian, ha espresso al premier britannico Keith Starmer, nella conversazione telefonica di lunedì sera.
Pezeshkian ha ricordato il silenzio della comunità internazionale riguardo ai crimini senza precedenti commessi dal regime sionista a Gaza e agli atti terroristici compiuti da Israele nella regione, denunciando il sostegno di alcuni paesi occidentali a quel regime, finendo così per incoraggiarlo a continuare i suoi crimini che stanno mettendo in pericolo la pace e la sicurezza della regione e del mondo.
Pezeshkian ha affermato che, dal punto di vista dell'Iran, la guerra non è nell'interesse di nessun paese, precisando che una risposta punitiva a chi aggredisce è un diritto di ciascun Paese e una soluzione per fermare future aggressioni.
Le dichiarazioni dell'Iran, vere o false che siano, hanno comunque ottenuto due successi. Il primo è quello di aver gettato nel panico il governo israeliano che pur mascherando la propria agitazione di fronte all'opinione publica interna, le sue insicurezze sono invece rivelate dall'agitazione di Europa e Stati Uniti che temono una guerra regionale, anche in funzione delle conseguenze dell'attacco iraniano. Il secondo successo è rappresentato dall'aver svelato la criminale complicità di Stati Uniti e Europa con il regime di Tel Aviv. Infatti, i complici dei crimini israeliani, se volessero realmente scongiurare il pericolo di una guerra oltre che fermare il genocidio a Gaza, potrebbero farlo senza troppe difficoltà denunciando le colpe di Israele, mettendo di fronte quella nazione ad un aut aut... o ti fermi o ti sanzionamo.
Invece di condannare i crimini dello Stato ebraico in palese violazione del diritto internazionale, Stati Uniti e Europa si appellano all'Iran perché non risponda alle provocazioni di Israele! È logico?
Anche in relazione all'accordo sul cessate il fuoco, è stato Israele a creare ogni volta nuovi ostacoli al piano, come denunciato in una intervista anche oggi da Jihad Taha, portavoce del movimento Hamas, che si è detto disponibile ad accettare le proposte avanzate "per porre fine all'aggressione del regime sionista", prendendo come punto di riferimento la proposta congiunta di Egitto e Qatar, del 6 maggio scorso. Va precisato che l'attuale proposta americana, aniunciata da Biden, è praticamente identica, con l'unica differenza di essere targata a stelle e strisce.
"Abbiamo chiesto un piano per attuare questa proposta", ha dichiarato il portavoce di Hamas, "ma chi ne ha impedito l'attuazione continua ad essere il regime occupante. Questo regime cerca sempre di fuggire imponendo nuove condizioni e commettendo ulteriori crimini. L'obiettivo di Tel Aviv è quello di interrompere qualsiasi negoziato che possa portare a un accordo.Il regime occupante - ha proseguito - vuole solo la continuazione di negoziati vuoti per usarli come copertura per continuare i suoi crimini contro la nazione palestinese. Gli occupanti vogliono portarci in questo ciclo, ma non diamo loro questa opportunità, e ciò che vogliamo oggi è aderire ai trattati precedenti con un piano operativo per metterli in atto e non permettere agli occupanti di sfuggire alle loro responsabilità.Ci auguriamo che la recente proposta accettata dal movimento Hamas il 2 luglio sia il quadro approvato per la fine dell'aggressione sionista. Stiamo parlando del meccanismo dei negoziati e non c’è motivo di dare agli occupanti l’opportunità di scappare ed eludere le proposte approvate dall'Egitto, dal Qatar e persino dagli americani. Pertanto non si dovrebbe permettere agli occupanti di continuare con i loro piani malvagi e si dovrebbe bloccare la strada alla continuazione di questo gioco perverso.Anche se accettassimo nuove condizioni, il primo ministro del regime sionista, Benjamin Netanyahu, ne imporrebbe ancora una volta altre e continuerà a farlo, perché in realtà sta agendo per i propri interessi politici.Solo esercitando pressioni sul regime sionista sarà possibile garantire il futuro dei negoziati e realizzare gli obiettivi concordati. Questo regime sta ancora ostacolando tutti gli sforzi e le mediazioni, in particolare la recente proposta di stabilire un cessate il fuoco e lo scambio di prigionieri, quindi Tel Aviv vuole usare i negoziati come copertura per continuare il massacro, senza attenersi alle questioni concordate".