Un vasto incendio boschivo si è diffuso mercoledì sulle montagne che circondano Gerusalemme, devastando vaste aree, incendiando veicoli lungo le principali arterie stradali e costringendo decine di automobilisti ad abbandonare i propri mezzi e fuggire a piedi per evitare le fiamme. La situazione è fuori controllo: le autorità israeliane hanno dichiarato lo stato di emergenza nazionale, il più alto livello di allerta, mobilitando ogni squadra dei vigili del fuoco disponibile nel Paese.

I roghi si stanno rapidamente avvicinando a zone residenziali e infrastrutture strategiche, con danni crescenti e un numero non precisato di feriti lievi già registrati. Le evacuazioni sono in corso nei villaggi di Neve Ilan, Shoresh e Yad Hashmona, situati sulle colline di Gerusalemme. Intanto, il traffico ferroviario tra Gerusalemme e l’aeroporto Ben Gurion è stato sospeso: le fiamme hanno raggiunto i binari e danneggiato le linee elettriche nei pressi dello svincolo di Anafa, sulla Route 1.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir hanno effettuato un sopralluogo presso il centro operativo, ricevendo aggiornamenti dal capo della polizia e dal comandante dei vigili del fuoco. Secondo quest’ultimo, si potrebbe trattare del più grande incendio mai registrato in Israele. Il servizio di sicurezza interna (Shin Bet) ha avviato un’indagine congiunta con la polizia per determinare se dietro all’incendio vi siano azioni dolose.

Nel frattempo, Israele ha lanciato un appello internazionale per ricevere supporto urgente, soprattutto mezzi aerei antincendio. Il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar ha contattato i suoi omologhi di Regno Unito, Francia, Repubblica Ceca, Svezia, Argentina, Spagna, Macedonia del Nord e Azerbaigian. Parallelamente, sono in corso contatti diretti con Grecia, Cipro, Croazia, Italia e Bulgaria, Paesi dotati di canadair.

L’aeronautica israeliana ha già iniziato a partecipare attivamente alle operazioni, affiancando oltre 700 squadre di pronto intervento che stanno operando sul terreno. Tuttavia, la risposta aerea internazionale potrà entrare in azione solo dal giorno successivo, a causa delle restrizioni operative sui voli notturni degli aerei antincendio.

Le autorità insistono sulla necessità di seguire scrupolosamente le istruzioni di emergenza, mentre le agenzie coinvolte – dai Vigili del Fuoco al Ministero degli Esteri – lavorano senza sosta per contenere una crisi che rischia di degenerare ulteriormente.

Dalla Farnesina è stato fatto sapere ad Israele che due Canadair sono pronti a decollare per dare supporto dello Stato ebraico. Tajani, come chiunque può prendere atto, è immediatamente pronto a supportare le necessità di uno Stato canaglia nel momento del bisogno. Però, lo svagato ministro degli Esteri italiano non ha fatto e non sta facendo nulla per impedire allo Stato canaglia di Israele di continuare il genocidio in atto a Gaza, ormai sotto assedio e sotto pesanti bombardamenti da due mesi, a Gerusalemme est e in Cisgiordania. Pertanto, non potrà certo aversene a male, se questo suo modo di agire viene definito "schifoso".