Ieri, vi è stata una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il Segretario di Stato degli USA, Rex Tillerson, ha ribadito la posizione del suo paese nei confronti della Corea del Nord che deve immediatamente interrompere lo sviluppo dei suoi programmi di armamento, sia per quanto riguarda il nucleare che per quanto riguarda i test di missili balistici.

Per Tillerson, la minaccia - da parte di Pyongyang - di un attacco nucleare a Seul o a Tokyo è reale già adesso ed, inoltre, è solo una questione di tempo prima che la Corea del Nord sviluppi le capacità di colpire il suolo americano.

Per questo, sempre secondo Tillerson, è necessario agire immediatamente. In che modo vada tradotto il termine agire è ancora da definire, ma il primo passo dovrebbe essere l'approvazione di ulteriori sanzioni nei confronti della Corea del Nord.

La Cina, più volte richiamata dagli USA per convincere Kim Jong Un a modificare la propria politica in tema di armamenti, ha detto - tramite il proprio ministro degli Esteri Wang Yi - di non essere in grado di risolvere da sola la crisi coreana. Però, al tempo stesso, insieme alla Russia ha ribadito la propria contrarietà ad una risoluzione militare della vicenda.

La risposta di Kim Jong Un è arrivata poche ore dopo con il lancio di un missile - probabilmente un vettore di medio raggio KN-17 - lanciato dalla regione di Pukchang in direzione nord-est.

Dopo aver raggiunto un'altitudine di 71 km, il missile si è disintegrato dopo alcuni minuti dal lancio. Il test, qualunque fosse, è pertanto fallito.

La protesta della Corea del Sud è arrivata subito dopo, defindendo il lancio una chiara violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha commentato l'accaduto affidandosi ai soliti 144 caratteri, dicendo che la Corea ha disatteso le volontà della Cina.

Che cosa accadrà adesso? Probabilmente, almeno secondo alcune indiscrezioni, gli USA accelereranno le procedure perché l'ONU applichi nuove sanzioni, ancor più restrittive in aggiunta a quelle in corso, nei confronti della Corea del Nord.

Nel frattempo, la portaerei Carl Vinson con le sue navi di appoggio è giunta in prossimità della penisola coreana.