"La nostra non è solo una posizione di principio, è una salda convinzione. Non posso governare con il Pd e il M5S, dai quali mi divide tutto. E non voglio far passare per inevitabili troppe cose che non lo sono".
Così Giorgia Meloni in una intervista pubblicata sabato dal Corriere. Evviva la coerenza. Non è ironia, beninteso... è invece un reale plauso alla coerenza sovranista della presidente di Fratelli d'Italia.
Sull'altro versante, invece, la coerenza non esiste, naturalmente sempre in funzione di un interesse superiore!
Prendiamo ad esempio il Partito Democratico. A giorni alterni, il suo segretario descrive i sovranisti come reazionari parafascisti o come forze di destra comunque democratiche. Già da tempo, Nicola Zingaretti avrebbe dovuto chiarirsi le idee ed esprimere una posizione chiara ai suoi elettori. Non lo ha fatto.
In compenso, i suoi iscritti nelle Marche ripropongono sulla loro pagina social questo articolo di Repubblica:
Non solo. Ieri, sempre nelle Marche, i dem sono scesi a manifestare perché il vaso era ormai colmo:
"Prima la partecipazione alla cena celebrativa della Marcia su Roma da parte del presidente Francesco Acquaruoli. Poi la lettera para-fascistoide inviata a 210.000 studenti dal direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale.Dopo, il taglio dei fondi all'Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione.In seguito, in occasione del Giorno della Memoria, l'assenza di Fratelli d'Italia dagli scranni del consiglio regionale.Infine, l'attacco alla libertà delle donne, con il divieto di somministrare la pillola RU-486 nei consultori. Quello che sta accadendo nelle Marche sembra incredibile ma invece è realtà. Perché è questo quello a cui la destra si è spinta in questi mesi. Ecco, di fronte a tutto questo, di fronte a chi vorrebbe riscrivere la storia, non è possibile rimanere in silenzio. Per questo, oggi, alle 16.30, saremo in piazza Roma ad Ancona. Per difendere la legge 194 e l'autodeterminazione delle donne. Per impedire a questa destra di riportarci all'oscurantismo e agli anni più bui.Lo faremo rispettando le normative anti-Covid, ma lo faremo, appunto. Perché indietro non si torna. (Giovanni Gostoli)"
Quindi, se la Meloni e FdI dicono di non voler allearsi con il Pd, per i dem sarebbe un'occasione di festa. C'è però un problemino, rappresentato dal neo europeista Matteo Salvini. Come quelle di Renzi, le giravolte di Salvini non sono certo una sorpresa.
Fino a qualche tempo fa per lui esisteva un fantomatico Stato della Padania, per il quale la Lega aveva fondato persino una nazionale di calcio. E dopo aver auspicato una nuova Pompei per tutti i terroni, adesso Salvini appena vede un meridionale (cioè chiunque risieda sotto la linea gotica), unisce le mani, china la testa e persino si commuove, pronto a servirlo come il primo dei maggiordomi. Quindi, se venerdì Salvini era un sovranista, convinto promotore dell'Italexit, e oggi pretende di essere stato da sempre un sostenitore dell'eurozona... non dobbiamo sorprenderci.
Il problema, però, è che lo stesso personaggio dice di essere alleato convinto di Giorgia Meloni e di condividerne in tutto e per tutto la linea politica, amicizie comprese, come quelle per Trump, Orban, ecc... fino addirittura ad includere Vladimiro Putin.
Quindi, il Pd adesso dovrebbe spiegare ai suoi elettori come sia possibile, nel caso ciò accada, governare con un partito che ha finora promosso iniziative e leggi di stampo fascista. Al distrattissimo Zingaretti va ricordato che quando uno come Salvini, volutamente e reiteratamente, paragona degli avversari politici a dei nemici o dei migranti a delle merci da "scaricare"... non è "solo" un sovranista, ma un post fascista, come d'altronde la sua alleata Giorgia Meloni che, perlomeno, coerentemente non vuole mescolarsi con chi - a parole - pretende di rappresentare la sinistra.
Stesso problemuccio per i 5 Stelle che, a causa della regola del doppio mandato, vedono la possibilità che un ricco stipendio mensile possa smaterializzarsi da un giorno all'altro e che, mascherandosi dietro il paravento dell'interesse nazionale, adesso non escludono di governare insieme a quello che una volta loro definivano nano o psiconano e al suo partito, Forza Italia.
Un promemoria in tal senso arriva da Alessandro Di Battista:
In nome della responsabilità, dell'interesse nazionale, di uno stipendio, del potere e dei ritorni economici che potranno derivare dall'aver assegnato a tizio o a caio una parte di oltre 200 miliardi di euro, alcune centinaia di parlamentari si arrampicano sugli specchi per giustificare l'ingiustificabile e convincere gli elettori (passati e futuri) che idee, etica e valori non contano niente o, in ogni caso, sono sempre da mettersi in secondo piano.
Ma è proprio così?