In base a quanto è possibile ricostruire dalle dichiarazioni dei ministeri dei trasporti libanese e siriano, erano tra le 120 e le 150 le  persone a bordo del barcone partito martedì dal nord del Libano e affondato giovedì al largo delle coste siriane.

Decine le persone morte, 71 al momento secondo il ministro dei trasporti libanese, mentre il governo siriano in precedenza aveva dichiarato che 20 sopravvissuti erano stati ricoverati in un ospedale di Tartous.

Le operazioni di ricerca sono tuttora in corso, ma rese difficili dal forte vento e dal mare agitato. Pertanto, è impossibile definire le dimensioni dell'ennesima tragedia di cui sono protagonisti dei migranti.

Quelle persone non fuggivano dalla guerra ma dalla fame, a seguito della situazione economica in cui versa il Libano, con decine di migliaia di persone senza lavoro e con la moneta locale, la sterlina libanese, che ha perso oltre il 90 per cento del suo valore, facendo finire, dal 2019, più di tre quarti della popolazione in condizione di povertà.