La battaglia di Mario (nome di fantasia), 43 anni tetraplegico e immobilizzato da oltre 10 anni a seguito di un grave incidente stradale, sembra arrivata al termine, dopo una lunga battaglia legale che lo aveva costretto a contrapporsi alle decisioni delle autorità sanitarie della regione Marche, a causa di continui ostruzionismi e omissioni, che gli impedivano di poter accedere al suicidio assistito in base a quanto previsto da una Sentenza della Corte costituzionale.

Le ultime riguardavano le verifiche sul farmaco da utilizzare e le relative modalità di somministrazione, che costituivano il tassello mancante rimasto in sospeso dopo il via libera del Comitato Etico regionale. 

Il Gruppo tecnico multidisciplinare istituito ha analizzato in 15 pagine tutta la situazione, approfondendo le tematiche tossicologiche per esprimersi su un tassello fondamentale che va a completare la richiesta contenuta nell’ordinanza del Tribunale di Ancona emessa il 9 giugno scorso. Ossia “se la modalità, la metodica ed il farmaco (Tiopentone Sodico nella quantità di 20 grammi) prescelti siano idonei i garantirgli la morte più rapida, indolore e dignitosa possibile (rispetto all’alternativa del rifiuto delle cure con sedazione profonda continuativa, e ad ogni altra soluzione in concreto praticabile, compresa la somministrazione di un farmaco diverso).

La commissione, composta da due direttori di Unità operativa complessa (Anestesia-Rianimazione e Medicina legale), due direttori di Unità operative semplici dipartimentali (Cure palliative e Farmacia), un ordinario di Farmacologia e un dirigente Asur, dopo un’ampia discussione e all’unanimità ha risposto in maniera precisa e dettagliata.

In merito a modalità, metodica e farmaco prescelto da Mario: il Tiopentone sodico appare idoneo a garantire una morte rapida (minuti) e indolore ad un dosaggio non inferiore a 3-5 grammi per una persona adulta del peso di 70 kg. La modalità di somministrazione è quella dell’auto somministrazione mediante infusione endovenosa.

Adesso, come comunicato dall'Associazione Luca Coscioni, è arrivato l'OK sul farmaco per Mario: una uova svolta storica sul suicidio assistito.

“Sul cosiddetto “aiuto al suicidio”, da oggi in Italia abbiamo non solo delle regole precise, stabilite dalla Corte costituzionale nella “Sentenza Cappato”, ma anche delle procedure e delle pratiche mediche definite che includono le modalità di auto somministrazione del farmaco da parte del paziente” spiegano il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni Marco Cappato e la Segretario nazionale Filomena Gallo, codifensore di Mario nel collegio di difesa composto anche dagli avvocati Massimo Clara, Angelo Calandrini, Cinzia Ammirati, Francesca Re, Rocco Berardo e Giordano Gagliardini.“La validazione del farmaco  e delle modalità di auto somministrazione crea finalmente un precedente che consentirà a coloro che si trovano e si troveranno in situazione simile a quella di Mario di ottenere, se lo chiedono, l’aiuto alla morte volontaria senza dover più aspettare 18 mesi subendo la tortura di una sofferenza insopportabile contro la propria volontà” hanno, poi, continuato i due dirigenti dell’Associazione Luca Coscioni.“Sarebbe ora grave se il Parlamento insistesse a voler approvare delle norme – come quella in discussione alla Camera – che restringono, invece che ampliare, le regole già definite dalla Corte costituzionale. È a questo punto ancora più importante che si possa tenere il Referendum sul fine vita, che consentirebbe di eliminare la discriminazione nei confronti di coloro che devono essere aiutati da un medico per ottenere di porre fine alla propria vita senza soffrire, una possibilità oggi vietata perché si configura il reato di “omicidio del consenziente”, hanno, poi, concluso Gallo e Cappato.